Prestito forzoso dalle Pmi
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Lo split payment costa alle imprese diversi miliardi di euro di liquidità
Di Valerio Stroppa Italia Oggi 13.1.2016
Lo split payment costa alle imprese diversi miliardi di euro di liquidità. Questo il prezzo occulto sopportato dagli operatori economici per consentire il recupero dell’evasione, stimato dal governo in circa un miliardo annuo di maggiore Iva. L’imposta versata all’erario direttamente dai committenti pubblici nei primi 11 mesi del 2015 si è attestata a 5,8 miliardi di euro. Ma nel 2016, con il meccanismo della scissione dei pagamenti ormai a regime, tale cifra potrebbe salire fino a 16 miliardi di euro. Con effetti negativi su artigiani e imprese che, non riuscendo a compensare integralmente il credito nei confronti dell’erario, sono costretti a chiederne il rimborso (erogato solo dopo diversi mesi). La denuncia arriva da Daniele Vaccarino, presidente della Cna, che ieri è ha chiesto nuovamente l’abolizione dello split payment.
«Gli ultimi dati ufficiali sull’Iva mettono pienamente in luce i danni e le distorsioni che lo split payment sta creando alla liquidità delle imprese, soprattutto quelle più piccole», afferma Vaccarino, «parliamo di un gettito che, secondo le nostre stime, nel 2016 sarà molto vicino ai 16 miliardi di euro. È scontato che l’80% di questa cifra dovrà essere restituita alle imprese, con le modalità della compensazione o attraverso il rimborso. Ma non possiamo nasconderci, sulla base dell’esperienza di ogni giorno, che i tempi dei rimborsi sono sempre lunghi, nonostante gli obblighi assunti con l’Europa».
Si ricorda che il meccanismo dello split payment, introdotto dalla legge n. 190/2014 e operativo dal 1° gennaio 2015, pone a carico delle p.a. il versamento dell’Iva relativa a forniture effettuate da privati nei confronti degli enti.
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