Il taglio della spesa pubblica è infattibile
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I tagli alla spesa pubblica? Utili per i talk show, ma nessuno è mai riuscito a realizzarli realmente. E Renzi nemmeno ci prova.
di Marino Longoni Italia Oggi, 4.11.2015
I tagli alla spesa pubblica? Utili per i talk show, ma nessuno è mai riuscito a realizzarli realmente. E Renzi nemmeno ci prova. La realtà è che nessun governo è così sciocco da segare il ramo sul quale sta seduto. Infatti, nonostante se ne parli da anni e tutti si dicano convinti della necessità e urgenza di utilizzare la leva della riduzione dei costi della macchina pubblica per rimettere in sesto i conti dello stato, dal 1990 ad oggi le spese correnti non sono per nulla diminuite, ma sono aumentate del 30% con una progressione costante. Nonostante continui annunci di tagli realizzati o da realizzare. Negli ultimi anni le commissioni tecniche si sono sprecate, gli ultimi tentativi sono quelli di Cottarelli e di Gutgeld, ma i risultati sono sempre stati nulli.
Anche la legge di stabilità per il 2016, partita con un minimo di ambizione, sta producendo risultati vicini allo zero. Si prevede infatti la razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi, con risparmi pari a 216,3 milioni di euro per l'anno 2016. Anche la riduzione delle spese sanitarie di 1.783 milioni è in realtà un taglio a incrementi che erano già stati preventivati, senza alcun risparmio netto. Poche centinaia di migliaia di euro verranno dalla razionalizzazione delle spese dei ministeri, dal taglio di 100 milioni ai centri di assistenza fiscale, e dalla riduzione di 800 milioni del fondo per la riduzione della pressione fiscale (evidentemente usato come un bancomat per finanziare altre spese). Penauts.
Da decenni la voce «riduzione della spesa pubblica» è utilizzata all'interno delle leggi di stabilità (o leggi finanziarie) come mera ipotesi contabile, utile per bilanciare politicamente gli aumenti della pressione fiscale. Solo che mentre le tasse sono aumentate realmente, la spesa non si è mai ridotta. Chissà come mai!
Per il 2016 Renzi ha evitato di mettere nella legge di stabilità poste poco credibili, come si è fatto finora. Anzi, pur di non tagliare la spesa ha sottoscritto senza batter ciglio il rinnovo delle clausole europee, una cambiale di nuove tasse da 15 miliardi di euro che, in assenza di interventi sulla spesa, scatteranno nel 2017 e un'altra da 19 miliardi di euro nel 2018. Come dire, ci penserà il governo della prossima legislatura!
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