Le Poste collocate in borsa sono come lo sbarco in Normandia
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Niente potrà più essere come prima, quando nel passato di Poste la strategia e perfino le scelte di investimento le decidevano soprattutto i sindacati
di Edoardo Narduzzi Italia Oggi, 27.10.2015
Questa settimana le azioni di Poste Italiane fanno il loro esordio in borsa.
Una privatizzazione che ha un significato che va ben oltre i 3 miliardi di euro incassati dal Ministero dell'economia e anche del fatto che segna una discontinuità dopo una lunga stagione di privatizzazioni solo annunciate ma mai realizzate. Poste, con tanti investitori istituzionali internazionali presenti nel suo azionariato e attivi al momento delle assemblee, inaugura una stagione nuova per il capitalismo di Stato.
Niente potrà più essere come prima, quando nel passato di Poste la strategia e perfino le scelte di investimento le decidevano soprattutto i sindacati. Poste privatizzata non potrà più essere un atipico ammortizzatore sociale al servizio della politica. Il duo Francesco Caio e Luigi Ferraris ha realizzato uno dei risultati più importanti del governo Renzi agli occhi degli analisti e degli investitori internazionali: certificare che nulla è immodificabile negli equilibri dell'economia italiana nella stagione della rottamazione.
Privatizzare Poste Italiane era, infatti, ben più complesso di Eni o Enel, perché più complessa la tipologia degli stakeholders coinvolti, estremamente romanocentrici. E aver portato sul mercato circa il 35% delle azioni significa anche che non si dovrà attendere molto, forse un paio di anni, per vedere l'azionista pubblico scendere fino al 30%, lasciando nelle mani del mercato il resto delle azioni. E a quel punto, Poste parteciperà attivamente e da protagonista al risiko bancario e assicurativo italiano e, probabilmente, europeo. Qualcosa di impensabile solo una manciata di anni fa.
Ecco spiegato perché per l'economia italiana la privatizzazione di Poste equivale a uno sbarco in Normandia capace di piegare le difese più fortificate contro l'azione degli «spiriti animali» del mercato e in grado di spianare la strada verso la conquista della Bastiglia. Una volta che Renzi ha saputo privatizzare le Poste, imporre lo stesso destino industriale agli intoccabili feudi delle municipalizzate sarà un gioco da ragazzi. E, a quel punto, sarà una vera manna storica per la trasformazione della corporate governance dell'economia di mercato made in Italy e per il benessere dei consumatori.
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