Il Papa: «Mi chiedo se teoria gender non sia espressione di frustrazione»
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Nell’udienza del mercoledì Francesco ha affrontato il tema dei legami uomo-donna. «Il matrimonio è una cosa seria»
di Redazione Roma Online Corriere della Sera 15.5.2015
CITTÀ DEL VATICANO - «Mi chiedo se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza perché non sa più confrontarsi con essa». Lo ha detto il Papa, durante l’udienza del mercoledì dedicata al tema del legame fra uomo e donna. «Ma così - ha aggiunto - «rischiamo un passo indietro, la rimozione della differenza infatti è il problema non la soluzione», «per risolvere i loro problemi di relazione l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia».
L’ascolto reciproco
«L’esperienza ci insegna - ha continuato Francesco - che per conoscersi bene e crescere armonicamente, l’essere umano ha bisogno della reciprocità» e «quando non avviene se ne vedono le conseguenze». Uomo e donna, ha ricordato il Papa, «siamo fatti per ascoltarci a vicenda, e senza l’arricchimento e reciproco in questa relazione» di pensiero, di lavoro, di affetti e di azione, «i due non possono nemmeno capire fino in fondo cosa significhi essere uomo e donna. La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi di libertà e profondità per l’arricchimento della comprensione di queste differenze, ma anche molti dubbi e scetticismo».
L’importanza del matrimonio
«Uomo e donna sono a immagine e somiglianza di Dio - ha spiegato il Papa nella udienza generale - e questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, o la donna presa a sé è immagine di Dio, ma che l’uomo e la donna come coppia sono l’immagine di Dio». «La differenza tra uomo e donna - ha detto - non è per la contrapposizione o subordinazione, ma per la comunione e la generazione, e sempre a immagine e somiglianza di Dio». «Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti» ha inoltre sottolineato. «Vorrei esortare gli intellettuali - ha aggiunto - a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta».
15 aprile 2015 | 11:31