Radiopoli: dalla denuncia di Caputo a Bennato, tra lobby e sospetti
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"C’è una lobby di radio che si sono unite per dominare la musica", la denuncia di Caputo. Edoardo Bennato gli ha fatto eco: "Ho una ventina di nuove canzoni pronte. Ma i giochi li fanno le radio e..."
Martedì, 14 aprile 2015 - 12:25:00 Affari Italiani
edoardo bennato
Fanno ancora rumore e si sente forte e chiaro delle parole scritte e pronunciate da Sergio Caputo in queste settimane: "Lo sanno tutti e nessuno lo dice: c’è una lobby di radio che si sono unite per dominare la musica, la discografia, le edizioni, inzuppare il biscotto nel LIVE, e guadagnare percentuali di vario tipo dagli artisti che mettono in onda. C’è una etichetta discografica associata a tre grossi network in particolare (indovinate voi quali), e guarda caso quelle radio trasmettono solo gli artisti che ne fanno parte (ed eventualmente quelli enormi che non è possibile ignorare per questioni di audience). Ci sono artisti di questa etichetta che scrivono i pezzi di tutti gli emergenti. Ma se sei un emergente non sponsorizzato, non hai nessuna possibilità di passare in radio". Una denuncia che l'arstita si è sentito di fare dopo che molti network hanno scelto di non passare le canzone del suo nuovo album, ‘Pop Jazz and Love’. L’artista ha denunciato il “boicottaggio” e usato parole molto dure: "In termini schietti si chiama MONOPOLIO, e in Italia sarebbe proibito, ma nessuno parla. Perchè? Omertà. La gente ha paura di essere boicottata, e si fa censurare, mettere alla porta senza dire niente nella speranza che “un domani”… In questo quadro, la lobby ha interessi concreti ad oscurare chi della sua cerchia non fa parte, perché vuole che tutti i soldi che la gente ha intenzione di spendere in intrattenimento finiscano nelle loro casse e non vadano dispersi altrove. Se non ti passano in radio, hai più difficoltà a fare concerti". E ancora: "Se sei in radio 40 volte al giorno, batti che ti ribatti alla fine riempi i palazzetti. Ecco il giro di affari, ecco perchè certi artisti si sentono in radio duecento volte al giorno, e altri MAI. Nel mio caso, non so quando esattamente mi abbiano messo all’indice. Tutte le radio che non mi passano ora, mi hanno passato eccome in anni diversi, e hanno fatto audience anche grazie a me”.
La logica a cui Caputo si oppone è legata a un sistema del tu mi paghi e mi garantisci entrate e io ti pubblico. Oppure non esisti.
Anche Edoardo Bennato si è recentemente esposto: "Sì, ho una ventina di nuove canzoni pronte. Ho anche il titolo dell'album. Ma non sono io che faccio i giochi. In questo momento i giochi li fanno le radio, le case discografiche, non io. Magari a qualcuno questi discorsi sembreranno strani e mi chiederà come mai uno come me che ha fatto storia della musica in Italia, che è la storia della musica, in questo momento non può fare un album nuovo. Ebbene, che ci crediate o no la situazione è questa. I pezzi sono bellissimi, mi piacciono moltissimo, ma per il momento me li canto per conto mio".
"A settembre scorso - ha aggiunto - il direttore artistico e commerciale di una delle tre case discografiche rimaste mi ha detto: ho ascoltato queste tue nuove canzoni, sono bellissime, sei come il vino, invecchiando migliori, sono bellissimi anche i video. Però vedi, io ho una responsabilità nei confronti dei miei dipendenti, io devo far quadrare il bilancio e quindi non sono in grado di promuovere le tue canzoni a meno che tu non venga a Sanremo. E io gli ho detto: ti ringrazio dell'invito ma a questo punto le canzoni preferisco farmele per conto mio, tra me e Sanremo c'è un'incompatibilità, a Sanremo invita qualcun altro".