IL PROCESSO ALLE IDEE. Facci, peggio dei fascisti ci sono solo gli antifascisti
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Serviva proprio, la legge? C' era l' attualità della «propaganda del regime fascista e nazifascista» da punire sino a 2 anni e 8 mesi?
Filippo Facci, 12 Luglio 2017 da www.liberoquotidiano.it
È proprio una legge stupida, come tutte le leggi che non saranno neanche dannose perché si riveleranno inutili, all' italiana, accomodate, non applicate, aggiustate a colpetti di giurisprudenza, una pacchettina sulle spalle dell' onorevole Pd Emanuele Fiano (primo firmatario) che incasserà l' ennesimo medaglione richiesto dalla comunità ebraica, che beninteso, fa il proprio lavoro di eterna recriminazione e sfruttamento dei sensi di colpa di destra e sinistra: ma quando riesce a mettere d' accordo i grillini e Salvini e persino la logica, beh, qualche domanda la Comunità dovrebbe porsela. Per esempio questa: non sarà mica stupida davvero, una legge come questa? Ma stupida-stupida, controproducente, buona per rendersi antipatici a qualsiasi persona assennata di qualsiasi partito.
Serviva proprio, la legge? C' era l' attualità della «propaganda del regime fascista e nazifascista» da punire sino a 2 anni e 8 mesi? Se proprio obbligati, potevate fare almeno una legge finto-moderna che prevedesse un' aggravante per i trascurati siti internet che fanno propaganda fascista e nazista, insomma una cosa magari egualmente criticabile, ma almeno tecnica, aggiornata, sul pezzo. Invece la legge si occupa di «immagini» e «simboli» e loro «produzione, distribuzione, diffusione o vendita»: di che cosa. esattamente?
Di che parliamo? Parliamo dei manigoldi che vendono magliette col profilo di Mussolini, degli scemotti che si fanno fotografare mentre fanno il saluto romano, del sangiovese con l' etichetta del Duce, dei vecchietti che alle fiere militari vendono cimeli per rincoglioniti nostalgici (vera ossessione di Fiano da anni) e quindi di busti, gagliardetti, paccottiglia, poi ecco, ci sarebbe il problema dei francobolli e delle monete e delle riviste e dei manifesti, le foto, i vestiti, tutto il collezionismo, l' arte, in teoria l' architettura, magari l' Eur. Nel marzo del 2015 il tribunale di Livorno aveva assolto quattro tifosi veronesi che avevano fatto il saluto romano durante una partita, in quanto slegato, il saluto, a un concreto pericolo di una concreta riproposizione di un movimento politico fuorilegge: il Pd di Emanuele Fiano invece li avrebbe voluti incarcerare, presumiamo.
L' anno scorso l' ebreo Filippo Bolaffi (amministratore dell' omonima casa d' aste nata con la filatelia più d' un secolo fa) la mise così: «Io non terrei mai in casa certi reperti, ma proibirli significa negare la storia». Così sulla Stampa nel gennaio 2016. E dovevano ancora approvare un' altra legge stupida e inapplicata, quella sul negazionismo storico (giugno 2016) che introduceva la galera da 2 a 6 anni quando la propaganda e l' incitamento all' odio razziale si fossero fondate «in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, crimini contro l' umanità e crimini di guerra». Fu un altro inutile casino, perchè si citavano «la Shoah o i crimini di genocidio» come se appartenessero a una classificazione storica tra loro diversa (festeggiò solo l' Unione delle Comunità Ebraiche, infatti) e come se sulla definizione dei genocidi (altri genocidi) non fioccassero disaccordi di natura storica: bene, ora si lasciava tutto nelle mani dei magistrati. Morale: uno studioso di sinistra come Marcello Flores (direttore dell' Istituto storico della Resistenza e curatore della Storia della Shoah per Utet) si ritrovò indirettamente d' accordo con Carlo Giovanardi o con Pietro Ichino: quella legge era un pasticcio infernale. Quello degli armeni fu genocidio o massacro? E che si doveva fare coi libri serissimi che nelle biblioteche negavano certi crimini di guerra come fece anche Montanelli con l' uso dei gas italiani in Etiopia? E quello di Srebrenica fu genocidio o no? E che dire dei tribunali di Buenos Aires che negarono lo status di genocidio alla repressione militare argentina? E che dire di quei libri che ancor oggi giustificano o «contestualizzano» i milioni di morti dello stalinismo? Persino Giorgio Napolitano scrisse cose imbarazzanti sul ruolo di Solzenicyn durante l' intervento sovietico a Budapest nel 1956, che facciamo?
Ecco, a proposito: l' anno scorso Il Giornale allegò una copia del "Mein Kampf" come documento storico: non fu propaganda? I libri no, i francobolli sì? Parentesi: in Italia il "Mein Kampf" è sempre stato pubblicato da un' editrice decisamente di sinistra (la Kaos) che editava anche libri di Karl Marx, Dario Fo, Luigi Pintor e Mino Pecorelli: significa che il suo pubblico di sinistra era sensibile alla propaganda nazista? No, ovviamente: significa solo che i libri non si censurano (mai) e che le idee non sono (mai) reati anche se ieri l' onorevole Fiano spiegava ai grillini che «il fascismo non è un' idea, è un crimine». Una scemenza che non bisogna aver paura di definire scemenza, perché confonde le idee con gli uomini che se ne impossessano: criminali erano Stalin o Mao, non il comunismo di Karl Marx; criminale era Pol Pot, non il Partito dei Lavoratori in cui prosperò; criminale era Hitler, non il nazionalsocialismo che gli preesisteva da trent' anni; Emanuele Fiano può ritenere criminale anche Mussolini, se vuole, non sarebbe il solo, ma non il fascismo dei precursori Marinetti, D' Annunzio, Prezzolini, Papini, Georges Sorel (col suo sindacalismo rivoluzionario) e tutto ciò che fa comunque parte delle idee, non degli uomini che se ne sono fatti scudo.
Non dei vecchietti che il Pd di Renzi vorrebbe punire, rompendogli le palle perché collezionano cimeli nostalgici che gli ricordano la giovinezza. E poi? Che cosa faremo? Lasceremo che inneggiare a Stalin o a Bin Laden invece resti normale? Proibiremo anche quello? Rischieremo di dover dar ragione all' onorevole Renato Brunetta che provocatoriamente (speriamo, diosanto) ieri proponeva di introdurre nella legge Fiano anche l' apologia di comunismo? Ma basta domande.
La risposta l' abbiamo già tutti: è una legge stupida.
di Filippo Facci