L'intramontabile fascino delle tre porte d'Oriente
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La sacralità di Gerusalemme. La storia di Istanbul. I misteri di Samarcanda. L'incontro con la cultura occidentale passa da qui. E dura ancora oggi.
di Annalisa Terranova | 13 Novembre 2016 Lettera43
Ci sono città che sono luoghi dello spirito prima ancora che luoghi geografici e che hanno nutrito l’immaginario di noi europei finendo col diventare parte del nostro modo di pensare.
Gerusalemme, centro del mondo; Istanbul, la città delle città; Samarcanda, la città delle fortezze e dei sepolcri.
A tutte e tre lo storico Franco Cardini ha dedicato un libro (l’ultimo, Samarcanda, edito da Il Mulino) consegnando al lettore un trittico sull’Oriente che illumina l’Occidente.
Non solo: il destino di queste città è anche oggi largamente intrecciato con quello della vecchia Europa. Queste perle sono porte di territori nervosi, specchi di disagi ancora irrisolti. Custodiscono un potenziale di energie che può ancora trasformare la storia.
Gerusalemme: luogo santo per tre religioni
Gerusalemme è da sempre «spazio sacro» per le tre religioni nate dal ceppo di Abramo.
Custodisce i principali luoghi santi di ebraismo, cristianesimo e islam: il Muro del Pianto e la spianata del Tempio, il Santo Sepolcro e la roccia di Abramo dalla quale secondo la tradizione Maometto ha intrapreso la sua ascesa al cielo.
Fin dall’età medievale la cristianità «anela a Gerusalemme».
Tutte le chiese cristiane sono rappresentazioni della Città di Dio, la Gerusalemme celeste «gemma preziosissima», cui si oppone quella terrena, meta del pellegrinaggio cristiano che «trova il suo specifico valore nell’impulso a entrare in contatto con i segni fisici della potenza divina e con le tracce storiche della presenza di Dio».
LA SVOLTA DEL IV SECOLO.L’entrata in Gerusalemme, la visita ai vari luoghi santi e soprattutto al sepolcro erano vissuti con gioia e commozione.
A partire dal IV secolo d.C. la pratica del pellegrinaggio in Terrasanta contribuisce a radicare nella mentalità dell’occidente medievale la città di Gerusalemme come «luogo santo» dove attuare la vera e profonda conversione spirituale.
Mentalità che non fu estranea alla propaganda e alla predicazione che portarono alle Crociate.
Istanbul: i mille volti del crocevia della storia
Accanto a Gerusalemme, così legata alle pratiche devozionali dei pellegrini medievali e alle ambizioni dei guerrieri crociati, così presente nell’immaginario anche di chi non l’aveva visitata grazie alle pitture che mescolano richiami realistici e simbolici, c’è l’odierna Istanbul.
«Per i romantici Costantinopoli, per i dotti e i potenti la Nuova Roma, per l’antica leggenda ottomana il Rosso Pomo da cogliere. E, ancora e sempre, Bisanzio» (Istanbul seduttrice, conquistatrice, sovrana, Il Mulino).
Città cui sono state dedicate intere biblioteche ma che «continua a sfuggirci», con le sue fontane «incantate», le sue strade «lerce e strette», gli alberi «superbi».
Scenario ideale di fiabe e romanzi, città incomprensibile e senza comprendere la quale, tuttavia, non si comprende la storia. Nelle sue Memorie Giacomo Casanova ricorda: «Costantino il Grande, arrivando a Costantinopoli dal mare e sedotto dalla vista di Bisanzio, esclamò: “Ecco la sede dell’impero del mondo” e per esser certo che la sua profezia si avverasse lasciò Roma e vi si stabilì».
DA SOLIMANO AD ATATURK. ”Città delle città” è forse il suo epiteto più appropriato: come Urbs per Roma o Stalìza per Mosca, la città cardine, la città per eccellenza. Del resto le Tre Rome vanno spesso assieme. E il viaggio dello storico arriva poi fino a Solimano il Magnifico per giungere a Mustafa Kemal Ataturk seguendo il cammino verso l’europeizzazione e l’occidentalizzazione della Turchia, ma con un’avvertenza: Ataturk si situa «a conclusione di una fase, oltre che all’inizio di un’altra, il suo modello civile non è spuntato affatto come una rosa nel deserto, ma semmai come un fiore di giardino o di serra per molti decenni coltivato e curato».
Un viaggio nella storia, un viaggio tra i labirinti e gli enigmi della città per coglierne il segreto nelle parole di Orhan Pamuk: «In realtà ogni frase sulle caratteristiche generali di una città, sulla sua anima e sulla sua essenza, si trasforma in un discorso sulla nostra vita e soprattutto sul nostro stato d’animo. La città non ha altro centro che noi stessi».
Samarcanda: il cuore vibrante dell'Eurasia
Infine Samarcanda, oggi città del ricco Uzbekistan, collocata nel cuore dell’Eurasia vagheggiata dalla geopolitica putiniana come nuovo polo alternativo a quello americano, un tempo tappa obbligata della via della Seta percorsa da mercanti e ambasciatori a partire dal XIII secolo, arricchita e abbellita dal conquistatore Tamerlano.
Samarcanda richiama alla mente l’Asia misteriosa e piena di segreti, «dalla quale si temeva l’arrivo dell’orda dei popoli bestiali di Gog e Magog che il grande Alessandro aveva chiuso in un ferreo recinto e che si sarebbero scatenati alla fine dei tempi».
LA STAGIONE DEI VIAGGI VERSO ORIENTE.La stagione dei grandi viaggi verso Oriente iniziò dopo il concilio di Lione del 1245, quando il papa Innocenzo IV mise a punto un progetto missionario rivolto ad tartaros che si basava sull’invio al Gran Khan di alcuni missionari-ambasciatori-osservatori.
Ed è appunto a due di questi personaggi, il domenicano David di Ashby e il francescano Giovanni da Pian del Carpine, che dobbiamo resoconti di viaggio e reportage antropologici che precedono il più popolare Milione di Marco Polo.
L'INCONTRO CON L'OCCIDENTE. Gerusalemme, Istanbul, Samarcanda: tre città che ci parlano dell’incontro, anche letterario e religioso prima ancora che storico, tra Oriente e Occidente; città immerse in scenari sacrali o favolistici, mitici e leggendari.
Città crocevia di culture e di usanze, di qui la loro universalità e il loro fascino intramontabile.
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