Il complotto contro la vita umana
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I bimbi del virus Zika e la “no child policy” dell’establishment
di Redazione | 12 Aprile 2016 ore 06:27
"Le uniche intuizioni che abbiamo avuto finora sono state da pazienti che hanno abortito”, ha dichiarato Patrick Ramsey dell’Università del Texas. “Il tessuto fetale è necessario”. E ancora: “Impariamo dal tessuto fetale”, ha detto Georges C. Benjamin, direttore esecutivo della American Public Health Association. Da più parti aumentano le richieste di aborti per studiare gli effetti e le cause del terribile virus Zika che in America latina causa (forse) la microcefalia nei nuovi nati.
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Siamo al paradosso mostruoso: si chiede alle donne brasiliane di abortire in modo che la scienza possa stabilire cosa ci sia all’origine della microcefalia. Non siamo molto lontani dalla “logica” che spingeva i medici nazisti a Dachau a infettare le cavie con il tifo per scoprire una cura. Su Zika, da mesi, si rincorrono le più sciocche e stolte teorie del complotto, fra tutte che la Monsanto, nomen omen del diavolo, sia responsabile dell’epidemia. Ma la vera cospirazione di Zika è un’altra, è quella contro la vita umana. Da Washington, cinquanta membri del Congresso hanno scritto una lettera ai legislatori brasiliani e di altri paesi colpiti affinché non cedano al ricatto dell’Onu, delle ong e di altri organismi internazionali che hanno cavalcato Zika per far aprire quelle nazioni all’aborto. Per dirne una, il vice direttore del fondo dell’Onu per la popolazione, Kate Gilmore, è un’ex ufficiale di Amnesty International, ong in cui Gilmore ha perorato la causa abortista. Da quando è scoppiata l’emergenza Zika, è l’establishment tutto a essere impegnato a favore di una “no child policy”, la versione aggiornata al ribasso della politica del figlio unico cinese.
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