Into the woods, La storia delle guardaboschi georgiane

Per generazioni, nel Paese all’incrocio tra l’Europa orientale e l’Asia occidentale, sono state le donne a sviluppare un rapporto stretto di conoscenza e rispetto dei polmoni verdi, proteggendone l’intero ecosistema

21.7.2021 linkiesta .it  lettura4'

Marina Sujashvili ha 67 anni. È stata la prima

donna georgiana insignita del riconoscimento al merito per la sua professione di guardaboschi. È una delle sette donne che al momento svolgono questo mestiere nel Paese.

In Georgia, i guardaboschi sono specialisti nella gestione, nella protezione e nello sfruttamento delle foreste. Non solo proteggono solo la fauna selvatica ma si prendono cura dell’intero ecosistema.

Piantano germogli e assicurano la salute delle piante più vecchie, così come tengono d’occhio l’agricoltura nei dintorni e l’attività forestale locale per assicurare che niente rompa l’equilibrio.

Per il loro ruolo importante e variegato, i guardaboschi sono più comunemente noti come direttori delle foreste.

Marina Sujashvili è stata ispirata nella scelta del lavoro dalla madre botanica, che ha spesso accompagnato nei suoi giri nei boschi. Marina ha raccontato a OC Media che è naturale per le donne lavorare come guardie forestali. Per molte donne provenienti dalle aree rurali, infatti, la foresta rappresenta un vero e proprio modo di vivere.

Al fine di aiutare a portare il cibo in tavola e aumentare le entrate familiari, le donne che risiedono nelle aree rurali si recano spesso nelle foreste insieme ai loro bambini o fratelli minori per raccogliere funghi, bacche, nocciole ed erbe spontanee.

Nonostante questa attività venga romanticizzata, soprattutto nei racconti popolari georgiani, si tratta di un mestiere duro, intenso e richiede una grande conoscenza degli ecosistemi locali. Inoltre, procura alle donne guadagni notevolmente inferiori rispetto agli uomini che svolgono professioni legate alla foresta di tipo più formale, per esempio il taglio e il trasporto del legname.

A partire dall’inizio della primavera fino all’autunno inoltrato, presso i villaggi di Samegrelo e Kvemo Kartli, le persone tendono a vivere stagionalmente nelle foreste, dove hanno alloggi temporanei. Talvolta diventano anche guardie forestali informali dei dintorni.

Lavorare senza distruggere

Leila Malashanidze vive a Bolnisi. Laureata presso la facoltà di agronomia, ha raccolto erbe e preparato medicinali insieme alla sorella gemella per quasi vent’anni. Dopo la morte della sorella, Leila ha portato avanti la propria attività con l’aiuto delle donne dei dintorni.

Secondo Leila, l’utilizzo sostenibile delle risorse forestali rappresenta una sfida nonostante i boschi della Georgia siano ricchi di queste piante medicinali.

Per altre, tra cui Medea Mgaloblishvili, il lavoro nei boschi è solo stagionale. Nei mesi più freddi Mgaloblishvili vive a Jvari, nella regione nord-occidentale dello Samegrelo-Zemo Svaneti. Tuttavia, non appena la stagione cambia e i frutti cominciano a maturare, lascia la propria casa e la propria famiglia per trasferirsi in una piccola baita in legno situata nel fondo forestale statale, dove rimane per vari mesi a raccogliere frutta.

La vendita di frutti e altri prodotti della foresta costituisce per Medea Mgaloblishvili una fonte di guadagno assolutamente fondamentale per la sua famiglia, così come per altre famiglie che conosce.

Per questo, sostiene Medea, l’utilizzo sostenibile della foresta è importante. «Si dovrebbe svolgere il proprio lavoro senza apportare distruzione. Quando si raccolgono i mirtilli, bisognerebbe essere rispettosi, attenti e non rompere la pianta perché, ritornando l’anno seguente, si vedrebbe che questa non cresce più».

«Bisognerebbe sempre portare con sé degli strumenti, ma ci sono sempre punti di riferimento nella foresta e, se sai come interpretarli, ti guidano lungo la via. In quanto guardaboschi, ho spesso dormito in tenda. Ho visto il sorgere del sole e la mezzanotte nella foresta. Più tempo trascorri lì, più riesci a percepire il ritmo della natura e le tue decisioni in qualità di guardia forestale diventano più affidabili», sostiene Marina Sujashvili.

Lamzira Kikalia, una guardaboschi che vive a Samegrelo: «Ho trascorso varie notti nella foresta ed è stata un’esperienza preziosa. Quando scende la notte, si possono sentire gli uccelli, gli animali e poi cala un silenzio improvviso seguito dall’alba».

Secondo Marine Rekhviashvili, guardia forestale presso Bolnisi, che lavora in questo ambito dal 1977, le donne occupano un ruolo di primo piano nella foresta, sebbene il loro contributo rimanga tuttora sottovalutato. Marine ricorda di essere stata una delle sei studentesse iscritte alla facoltà di silvicoltura successivamente assunte come guardaboschi.

«Prima che una pianta sia pronta, la lavoro ripetutamente. Per prima cosa le piante vanno raccolte, poi alcune di esse hanno bisogno di essere lavate, asciugate e tagliate. In seguito, le combino in modi diversi. Quanto più l’assortimento è variegato, tanto più è efficace», spiega Leila Malashanidze di Bolnisi.

Medea Mgaloblishvili: «Mi sveglio presto al mattino per raccogliere qualche frutto, anche prima che il sole sorga dalla montagna laggiù. La raccolta non è così semplice come potrebbe sembrare, soprattutto quando si tratta dei mirtilli, che si trovano principalmente lungo pendenze ripide. Spesso mi ferisco le mani a causa delle spine delle piante che crescono intorno».

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