I microrganismi del suolo: ma sai che fanno rete
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Fatte le debite proporzioni, ciò significa che in un ettaro si possono trovare 5000 kg di organismi viventi.
da Redazione Web 08/05/2021 ilfoglio.it
Prendete una semplice manciata di terra (sarebbe più corretto chiamarla suolo), appena 200 grammi: al suo interno troverete un numero incredibilmente elevato di organismi viventi, circa 0,5 g di organismi viventi, la maggior parte microrganismi, ovvio, invisibili ad occhio nudo.
Fatte le debite proporzioni, ciò significa che in un ettaro si possono trovare 5000 kg di organismi viventi. Vista e considerata la quantità e diversità dei microrganismi, possiamo affermare con sicurezza: la manciata di terra corrisponde a un universo in miniatura, stelle nel palmo della nostra mano.
L’universo è freddo – così dicono. Invece il suolo è caldo, complesso, sicuramente vivo, anzi è il più grande serbatoio di biodiversità del nostro pianeta insieme agli oceani: suolo, dunque, è un termine fortemente associato al concetto di vita: nasce, si evolve e può morire proprio come un essere vivente.
Per fortuna, questa complessità comincia ad essere studiata (un interessantissimo libro curato di Vincenzo Michele Sellitto, I microrganismi utili in agricoltura, Edagricole, con molti e variopinti contributi, tecnici e divulgativi, fa il punto della situazione).
Sappiamo che batteri e funghi comunicano con le piante? Come? Instaurano delle associazioni simbiotiche mutualistiche con più dell’80% delle piante terrestri (tra cui quelle agrarie): entrano nelle radici, e scambiano con la pianta ospite sostanze nutritive e sotto forma di segnali chimici anche informazioni.
Ma che si dicono sotto sotto? I funghi, per esempio, sono incapaci di utilizzare la fotosintesi ma riescono a colonizzare il suolo con il loro micelio e appunto, stringono interconnessioni con le piante del tipo tu dai a me io do a te.
Quindi, si scambiano acqua, minerali e altre sostanze chimiche in cambio di zuccheri e carbonio (frutto della fotosintesi), e in cambio trasportano messaggi, magari d’allarme, in caso di attacco di parassiti. Ci sono molte evidenze in tal senso, e soprattutto sappiamo che le piante micorrizate non solo crescono molto di più delle piante non micorrizzate ma sviluppano anche un’elevata tolleranza sia agli stress abiotici che biotici. Oppure, quando ad esempio applichiamo dei microbiomi al suolo in prossimità della radice, la rizosfera, la pianta reagisce, riprogrammando l’espressione genica, e attivando dei sistemi di resistenza endogena che permettono di superare gli stress sia biotici che abiotici.
Quante cose si muovono sotto i nostri piedi, un po’ come la volta celeste sopra di noi: poggiando bene i piedi per terra riusciremo meglio a guardare le stelle, e tutti insieme poi.