Marker: “Il ghepardo a rischio estinzione, nuove rotte dei traffici illeciti verso il Golfo Persico”
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Da 100.000 del secolo scorso ad appena 7 mila oggi
La Zampa 09/05/2016 FULVIO CERUTTI
«Dei 100mila ghepardi presenti in natura all’inizio del secolo scorso, il conflitto crescente con le attività agricole dell’uomo ci lascia oggi appena 7mila esemplari» annuncia Laurie Marker, la zoologa americana ribattezzata “la donna che sussurra ai ghepardi” che fondò il Cheetah Conservation Fund in Namibia nel 1990.
A preoccupare l’esperta, ospite ieri al Parco Natura Viva di Bussolengo, è soprattutto «la rotta dei “nuovi” traffici illeciti di cuccioli, che dal nord-est dell’Africa attraversa il Mar Rosso e arriva nel Golfo Persico».
«Si aggiungono a una situazione già molto difficile i 300 i piccoli di ghepardo strappati alle madri ogni anno, immessi nelle rotte del traffico illecito verso Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi - racconta la Marker -. Con una buona propensione al rapporto con l’uomo, i cuccioli di ghepardo vengono allevati alla stregua degli animali domestici nelle case dei ricchi possidenti, per indicarne lo status symbol. Si tratta di animali molto delicati: quelli che riescono ad arrivare fin lì, vivono una vita di stress che ne dimezza le possibilità di sopravvivenza. La corsa per la sopravvivenza del ghepardo stavolta dipende da tutti noi».
Laurie Marker vive in Namibia, con il suo staff e con 34 ghepardi orfani, non più abili a vivere liberi. Cuore dell’attività della Fondazione l’allevamento di cani pastore dell’Anatolia, poi donati agli allevatori africani perché proteggano il bestiame anche dai ghepardi. Con questo sistema, in vent’anni il numero di questi felini uccisi dall’uomo è sceso dell’80%.