Evasione fiscale, i big dello sport finiti nei guai
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Biaggi a giudizio. Solo l'ultimo campione alle prese con problemi giudiziari: da Rossi a Messi, passando per Maradona.
di Lorenzo Mantelli | 07 Ottobre 2015 Lettera43
Max Biaggi è soltanto l'ultimo di una lunga lista. I fuoriclasse dello sport alle prese con beghe fiscali non sono certo una novità nel panorama giudiziario, italiano e non. L'ex campione del mondo di motociclismo è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Roma con l'accusa di aver evaso circa 18 milioni di euro. Il processo avrà inizio il 15 settembre 2016 davanti al giudice monocratico Bruno Costantini.
RESIDENZA NEL PRINCIPATO. Per la procura Biaggi, «al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi» avrebbe commesso «atti fraudolenti consistiti nel trasferimento della propria residenza nel Principato di Monaco». Inoltre, scrive il pm Giancarlo Cirielli nella richiesta di rinvio a giudizio, Biaggi avrebbe affidato «lo sfruttamento dei suoi diritti d'immagine, derivanti dai contratti di sponsorizzazione con la società Dainese spa, a società di capitale con sede a Londra, Montecarlo e Madrid, idonee a rendere in tutto inefficace» il recupero delle somme dovute al fisco.
LA DIFESA DEL PILOTA. «È una vicenda che si trascina da molti anni, mi meraviglio che sia uscita solo ora», è stato il commento a caldo del pilota. «Riguarda la mia residenza a Montecarlo dove vivo realmente dal 1992 e dove sono nati i miei figli. Non riguarda un problema di evasione fiscale, come erroneamente riportato sugli organi di stampa, ma riguarda unicamente la circostanza che non avrei pagato a Equitalia tutte le imposte che ha provvisoriamente iscritto al ruolo».
IL CASO DI VALENTINO ROSSI. Ironia della sorte, a distanza di anni, il pilota romano è chiamato a fare i conti con le stesse vicissitudini che gettarono un cono d'ombra sull'arci-rivale Valentino Rossi.
Il pesarese, nell'estate 2007, si vide contestare dall'Agenzia delle Entrate compensi non dichiarati per 58.950.311 euro, relativi al periodo 2000-2004: trasferita la residenza in Gran Bretagna, il Dottore fu protagonista di un'evasione stimata attorno 25 milioni di euro. Dopo un controverso messaggio televisivo, il campione di Tavulia si si rassegnò a patteggiare il pagamento di 19 milioni per il periodo 2000-2004 e di 16 milioni per il periodo 2005-2006: 30 milioni legati ai guadagni del periodo e 4,8 milioni alla mancata dichiarazione.
BEGHE PURE PER CAPIROSSI E MELANDRI. Restando al motociclismo anche Loris Capirossi e Marco Melandri ebbero problemi sempre per via del trasferimento della residenza all'estero.
Destini opposti per Maradona e Messi
Dura, invece, da oltre 20 anni il contenzioso tra il Fisco e Diego Armando Maradona, con l'ex Pibe de Oro braccato al suo rientro in Italia nel 2001 dalla Guardia di finanza dopo un lungo periodo di 'latitanza'. L'argentino fu condannato al pagamento di 31 milioni da una sentenza della Corte di Cassazione nel maggio 2005, cifra lievitata negli anni a seguire e costata a Maradona il sequestro del compenso per la partecipazione a una trasmissione televisiva e il pignoramento di un paio di Rolex d'oro del valore di 10 mila euro.
RESPINTE TUTTE LE ACCUSE. Maradona ha sempre respinto le accuse, addossando la responsabilità delle imputazioni ai suoi procuratori di allora e ai dirigenti del Napoli dei primi Anni 90, responsabili dei contratti incriminati. Memorabile il suo scontro con Equitalia, culminato nei coloriti epiteti pronunciati da Maradona nello studio di Che tempo che fa.
ARCHIVIATA LA POSIZIONE DI MESSI. Meglio è andata all'erede del più celebre Diez argentino, quel Lionel Messi la cui accusa di frode fiscale per la gestione dei diritti d'immagine è stata archiviata dalla procura di Barcellona. Che ha però chiesto 18 mesi di carcere per il padre dell'asso blaugrana, Jorge Horacio.
Nella sua requisitoria, il procuratore ha motivato l'archiviazione nei confronti di Messi con l'osservazione che giocatore non sarebbe mai stato al corrente della vicenda.
NEYMAR NON DRIBBLA IL FISCO. Guai anche per il suo compagno di squadra Neymar, al quale il tribunale federale brasiliano ha bloccato beni e proprietà per un valore di circa 188,8 milioni di real (circa 42,3 milioni di euro).
Neymar è accusato da un procuratore del ministero dell’Economia brasiliano di avere evaso dalle tasse per circa 63 milioni di real - 14 milioni di euro - fra il 2011 e il 2013.
E NIBALI PATTEGGIA. Vincenzo Nibali, invece, avrebbe dimenticato di indicare un imponibile di 772 mila euro, con l’imposta evasa che equivarrebbe a 290.000 mila. Il ciclista siciliano ha però ammesso l’errore e chiesto al Gup di patteggiare: invece della pena della reclusione di sei mesi, ha optato per il pagamento di una multa di 45 mila euro. Una richiesta accolta dal Gup, che ha chiuso la pratica.
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