Calciopoli: nelle motivazioni della sentenza di Cassazione c'è anche il nome di Fini
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Spunta anche il nome di Gianfranco Fini nelle motivazioni della sentenza del processo Calciopoli, depositate dalla Cassazione.
Libero 11.9.2015
L'ex presidente della Camera viene citato in relazione ai suoi rapporti col patron della Lazio, Claudio Lotito. Il presidente dei biancocelesti, oltre alle pressioni sul mondo arbitrale, scrivono i giudici, avrebbe potuto contare su manovre di personaggi anche estranei al mondo del calcio. Nel dettaglio, le motivazioni spiegano che nell'evitare la retrocessione "avevano avuto esiti positivi interventi di persone estranee all'ambiente calcistico", quali appunto l'ex presidente della Camera. Gianfranco Fini è tifoso laziale e nel 2005 ricopriva il ruolo di Ministro degli esteri e Vicepresidente del consiglio.
"Fenomeno degenerativo" - Secondo la Suprema Corte, inoltre, vi sono "prove inequivocabili" degli interventi di Lotito con gli arbitri, "in un contesto di lotte intestine per la nomina a presidente della Figc tra l'uscente Franco Carraro e l'aspirante emergente Giancarlo Abete". Le "manovre pressorie" del presidente della Lazio e il suo comportamento vengono definiti "fenomeno degenerativo". Nelle motivazioni, citati anche i fratelli Della Valle, che secondo i giudici, per salvare la Fiorentina, vanno infine "a Canossa", ovvero si "accostano a quel sistema di potere che li aveva emarginati e in definitiva danneggiati: non dunque con il proposito di garantirsi l'imparzialità delle decisioni arbitrali per riparare ai presunti torti subiti in precedenza, ma una sorta di accondiscendenza verso un sistema di potere che li garantisce per il futuro attraverso scelte arbitrali oculate pilotate".nto.
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