Lettere al Direttore Foglio 5.4.2018
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Come avrebbero reagito a Potenza di fronte a un emendamento verde? C’è un fatto nuovo, anzi antico. Le rivoluzioni, quando paiono al loro massimo, più vanno affievolendosi.
1-Al direttore - Se nella notte del 17 ottobre 2014 – quando l’emendamento “Tempa rossa’’ al decreto “Sblocca Italia’’ venne dichiarato inammissibile – un parlamentare avesse avvertito, con una telefonata, una qualche associazione ambientalista, vantando (magari a sproposito) il proprio ruolo avuto nel convincere il presidente della commissione Ambiente; se quella telefonata fosse stata registrata e trascritta, come avrebbe reagito la procura di Potenza?
Giuliano Cazzola
2-Al direttore - Alberto Mingardi sulla Stampa invoca la chiusura del ministero dello Sviluppo economico. Non so dire se sia utile o meno e comunque andrebbe accompagnato all’uscita con altri dicasteri (Ambiente, Salute, Funzione pubblica, ecc.). Il nostro paese, in realtà, ha bisogno di una rivoluzione dell’intero sistema di crescita e sviluppo, lavoro compreso. Una rivoluzione vera e totale, anzi Total.
Valerio Gironi
3-Al direttore - “La donna libera può cambiare l’islam”, come dice Susanna Camusso a Marco Valerio Lo Prete, oppure è vero il contrario, “bisogna che l’islam cambi perché la donna sia libera”? In un modo o nell’altro, nei paesi islamici, tempi lunghissimi; mentre noi abbiamo l’urgenza di concordare rapporti di convivenza con quelli che sono di casa qui. Si baseranno sui nostri valori, compresi i diritti delle donne, oppure sul “se la sono voluta”? I vignettisti di Charlie per le vignette, quelli del Bataclan per le musiche, Bruxelles per Molenbeek, il Belgio per gli aerei, e tutti per Israele. Quelli del “se la sono voluta” sono gli eredi del terzomondismo e di quanti successivamente ne hanno ingrossato le file: Camusso non ne conosce proprio nessuno? Perché, compiante le donne e ammoniti i maschi, non si rivolge a loro, e spiega loro il danno che procurano? A sé, a noi: e alle donne islamiche.
Franco Debenedetti
Forse bisogna che cambi la sinistra per capire che l’islam può cambiare solo aiutando le donne ad alzare il velo sull’islam delle Submission.
4-Al direttore - C’è un fatto nuovo, anzi antico. Le rivoluzioni, quando paiono al loro massimo, più vanno affievolendosi. Defluiscono in marketing, l’emorragia emotiva si coagula in simboli, spille e santini, si spalma su magliette e poster, e le immagini si moltiplicano secondo schemi seriali. I leader, da testimonial del pensiero-azione, si convertono a testimonial di se stessi, e anche di altro. La Revolución dei Barbudos, coagulata l’emorragia bellico-ideologica, ha santificato e serializzato il Che in milioni di multipli pop, e lo ha trasformato insieme con Fidel in testimonial, fra l’altro, di un cronografo storico memorabile, proprio grazie a loro, il Rolex GMT Master. Castro e Guevara giocavano a golf con l’orologio che batteva insieme l’ora del Caribe e quella di Mosca. Figaggine. Ecco, quando la rivoluzione diventa sexy, la discesa è imboccata. E’ l’ora del merchandising. Il sangue che scorre a fiotti si rapprende in crosta, e spesso crosta artistica: cioè brand. In questi tempi, apprendiamo, cresce il business della moda col velo. Si chiama Modest Fashion e vale più di 300 miliardi di dollari l’anno. Se ne sono appropriate le grandi firme occidentali, da Dkny a Dolce&Gabbana. Creano le loro Ramadan Collection per le signore e signorine islamiche. Fra un po’, perché no, per le occidentali. Figaggine. Ma attenzione: quando i costumi e i veli dell’islam sfidano il “Sistema della moda” (aimez-vous Barthes?) sarà il sistema della moda a vincere. Con buona pace dei talebani. Un po’ come nel duello di Sergio Leone fra l’uomo con la pistola e l’uomo col Winchester. Vincerà il marketing, vinceranno le croste artistiche, vinceranno spille, magliette, veli e stilosi burkini (i costumi da bagno per le musulmane). Anche i jihadisti si dovranno rassegnare prima o poi a canticchiare via Montenapoleone, rimirando vetrine. Doveroso ma superfluo che la ministra francese per la Famiglia, Laurence Rossignol, protesti insieme con la Badinter: “Le donne non scelgano il velo della schiavitù”. Hanno scelto, invece; e sceglieranno il velo più chic o cheap. La moda spezzerà le reni al jihad. Inshallah.
Luca Rigoni
5-Al direttore - Leggiamo sempre con attenzione gli articoli pubblicati sul suo giornale, con riferimento a quello del 2 aprile in tema di banche italiane le segnaliamo una significativa inesattezza. In particolare, come si può facilmente rilevare dallo studio della società di consulenza GC Governance Consulting citato nell’editoriale, il compenso di circa 850.000 euro si riferisce alla sola figura dell’amministratore delegato di 17 banche quotate in Borsa e, quindi, non è assolutamente riferibile in media a tutti i consiglieri che partecipano ai consigli di amministrazione delle banche. Ringraziando dell’attenzione,
Gianfranco Torriero, vicedirettore Generale Abi