LIST. I dodici errori commessi in Belgio. Obama si rifiuta di incontrare Erdogan a Washington
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Renzi atteso oggi negli Stati Uniti. Strage di San Bernardino: l'Fbi ha craccato l'iPhone
Nel 1973 i soldati americani si ritirano dal Vietnam
di Mario Sechi | 29 Marzo 2016 ore 10:19. Foglio
Titoli. Com’è la storia del Belgio che non è uno stato fallito? Sì, quella che dice il reddito pro-capite è alto, l’istruzione anche, che a Bruxelles e dintorni sono tutti felici, con la libertà frou frou, quella dello stato perfetto, à la Rampini. Ah, quella storia, sì certo, perbacco, è a tenuta stagna, regge alla grande. Primo caffè, Corriere della Sera: “Indagini, il pasticcio belga”. Catenaccio: “Liberato il sospetto terzo uomo: mancano le prove. I nomi della rete italiana”. Citofonate Rampini. Belgio, stato fallito. Altro sul Corriere? Sì, è un numero da Archeo & Architectural Digest oggi: 1. intervista all’archeologa Maria Teresa Grassi: “Ricostruiamo Palmira con le stampanti in 3D” (ci sarebbe giusto da risolvere qualche lieve problema di sicurezza in Siria, prima); 2. Intervista a Renzo Piano: “Le belle periferie ci difenderanno dalla barbarie” (sì, ma bisogna processare chi ha costruito le brutte). Che fanno a Repubblica? Danno un dispiacere al collega Felix Belgio Rampini: “Belgio, caos indagini, liberato il terzo uomo, la rete di viaggi in Italia”. E poi? Un festival di firme straniere, perché Repubblica è cosmopolita, sa stare nel mondo e usa le posate a tavola. Andiamo con ordine: un articolo di Moisés Naim sulla strage di Lahore, un racconto sul Belgio (Felix) dello scrittore David Van Reybrouck; un’intervista di Maggie Haberman e David E. Sanger a Donald Trump uscita tre giorni fa sul New York Times. Naìm si può saltare a piè pari, Van Reybrouck va spedito a Rampini (“Negli ultimi decenni, a proposito del conflitto tra Fiamminghi e Valloni, questo paese ha investito molto più tempo, soldi ed energia nella riforma dello stato che nella costruzione di una coscienza comune. Dopo sei riforme dello stato, abbiamo sei parlamenti, sei governi, 47 ministri e sei sottosegretari, e questo per un piccolo paese che si attraversa tutto in auto in circa due ore. Bruxelles conta diciannove comuni, sei forze di polizia, un governo, un parlamento e due mini-parlamenti, per i Fiamminghi e per i Valloni, che hanno a loro volta un organo collettivo con il nome improbabile di "Commissione comune della società"); l’intervista a Trump è utile per capire cosa pensa il front runner dei repubblicani, il titolare di List consiglia la lettura dell’originale. Andiamo avanti, facciamo un giro di titoli. Pare che in Italia soggiornino dei terroristi. Il Giornale: “In Italia i covi Isis”. Libero: “Italia tana dei terroristi”. Il Messaggero: “La rotta italiana del Califfato”. Carlino-Nazione-Giorno, in stereofonia: “Isis, liberi di girare in Italia”. La Stampa: “Le rotte della jihad passano per l’Italia”. Il Fatto quotidiano impagina cronache dall’occulto: “Sistema Renzi, vertice occulto per gli affari di Carrai, Lotti & C.”. Money? Su MF c’è qualcuno che taglia il debito: “Finmeccanica taglia il debito”. Il Sole 24Ore ha un titoletto di taglio interessante che dovrebbe far pensare sullo stretto rapporto che c’è tra norme e sviluppo: “Senza patto di stabilità volano (+85%) gli appalti comunali”. Bene. Finito qui? No, c’è la campagna elettorale romana, meravigliosa. Caffè ar vetro e Il Messaggero, commento di spalla di Paolo Graldi: “Si affacciano alla ribalta personaggi selezionati con qualche manciata di clic on line, avvocati come la Raggi con curricula scarni e ben poco aderenti alla bisogna. Con molte e altezzose ambizioni personali ma con intorno la vaghezza di chi non sa di che cosa parla. Non per tutti vale lo stesso allarmante giudizio. Altri, come Bertolaso, vengono da molteplici esperienze del fare ed anche Giachetti con trascorsi importanti di manager nella pubblica amministrazione. L’elettore romano, stavolta più che mai, è chiamato a pretendere dai candidati una rappresentazione solida dei programmi e delle soluzioni, da attuarsi con questa o quella persona, per queste e quelle ragioni, in questo tempo con queste risorse. Altrimenti si torna ai marziani sbarcati a Roma che scambiavano via dei Fori Imperiali per la via lattea e cambiavano giunta come si fa con i deodoranti d’ambiente sperando che l’aria sappia di pulito mentre è immersa nei gas di scarico “. Annamo bene. Buona giornata.
Dodici errori commessi in Belgio. L’elenco dello stato fallito lo ha fatto Politico. Da inviare a Rampini.
Mercati. L’Asia ha chiuso in rosso, Hang Seng e Nikkei giù. Le Borse europee sono posizionate per un’apertura positiva, forse.
Fiducia. Per sapere, per capire. Oggi l’Istat pubblica i dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori a marzo 2016.
Petrolio, Arabia esaurita. I sauditi stanno perdendo quote di mercato importanti in tutti i paesi. Giocare all’omino nel pozzo (basso prezzo, alta produzione) alla fine diventa un boomerang.
Renzi negli Stati Uniti. Comincia oggi il viaggio del presidente del Consiglio. Qui l’agenda.
Matteo Salvini in Israele. Prima volta per il segretario della Lega. Da oggi fino al 31 marzo. Qui l’agenda.
Caso Regeni. Luigi Manconi, Presidente della Commissione per i diritti umani, fa una conferenza stampa (ore 14, sala Nassirya del Senato) con i genitori del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto. Diretta su Radio Radicale.
Obama snobba Erdogan. Il presidente della Turchia è a Washington per il summit sulla sicurezza nucleare. Il presidente degli Stati Uniti ha deciso di non incontrarlo, segno che le cose tra i due paesi non funzionano.
Fidati di Fidel. Obama è partito, Fidel Castro resta. Ecco il suo commento dopo la visita a Cuba del presidente degli Stati Uniti. Via Ansa: “Non abbiamo bisogno che l'impero ci regali niente". Buena Vista (A)social Club.
L’Fbi ha craccato l’iPhone. Caso chiuso, il telefono del terrorista di San Bernardino non ha più segreti. Tanti cari saluti a Tim Cook, Ceo di Apple che si era opposto alla giustizia americana.
29 marzo. Nel 1973 i soldati americani si ritirano dal Vietnam.
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