BORDIN LINE. Crocetta, Ingroia e le "icone antimafia"
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Il governatore compulsa delle carte insieme ad Antonio Ingroia. L’articolo che incornicia la foto dà conto al lettore dell’ultimo capitolo, per ora, della vicenda relativa alla partecipata regionale “Sicilia e-Servizi
di Massimo Bordin | 17 Luglio 2015 ore 06:18 Foglio
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Mentre sul governatore Crocetta si abbatteva la tempesta della intercettazione che avrebbe potuto causare la fine della sua giunta e della sua carriera politica, solo che quell’intercettazione pare non esistere, almeno nei termini in cui è stata raccontata, devo a Sergio Scandura la segnalazione di un articolo uscito ieri nella cronaca palermitana di Repubblica. A pagina 16 c’è una foto: il governatore compulsa delle carte insieme ad Antonio Ingroia. L’articolo che incornicia la foto dà conto al lettore dell’ultimo capitolo, per ora, della vicenda relativa alla partecipata regionale “Sicilia e-Servizi” presieduta da Ingroia su nomina di Crocetta. Uscito dalla magistratura, dopo la sfortunata esperienza elettorale, Ingroia divenne curatore fallimentare della società che cura il sistema informatico della regione. Obiettivo la liquidazione di una azienda in stato fallimentare. Dopo un po’ decise di risanarla, ne divenne presidente, dispose assunzioni che hanno causato indagini giudiziarie per lui e per il governatore. Repubblica ieri informava i lettori palermitani che mentre i costi sono lievitati fino a superare i 250 milioni di euro, da martedì, per uno sciopero, è impossibile prenotare una visita medica e il centro prenotazioni esami è in tilt. Quanto all’amministrazione sono previste difficoltà per i pagamenti informatici. La foto delle due icone “antimafiose” al centro dell’articolo, intitolato “Sprechi, clientele, Regione ostaggio del carrozzone informatico” può apparire altamente simbolica. Senza bisogno di intercettazioni.
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COMMENTI
1- honhil • 7 ore fa
Contrordine, compagni! A prendere la parola a favore
di Crocetta dalla Sicilia è il senatore siciliano Lumia, che categoricamente
dichiara: "Democrazia a rischio E' una trappola per tornare al voto".
Era una cosa saputa e adesso è una cosa
sottoscritta. La democrazia in Sicilia è Lumia. Ridicola l’affermazione
"Volevano fare un golpe…”, ma il senatore Lumia, invece, l’ha affermata
con grande serietà. Ha dimenticato di dire ai siciliani, però, chi ci sarebbe
dietro questo tentativo di eliminare politicamente Crocetta. Forse, L’Espresso
che quel virgolettato ha pubblicato? Forse qualche emissario dell’isis che
vuole fuori da Palazzo d’Orleans l’ex sindaco di Gela, per il suo indefesso
contrasto all’invasione che viene dall’Africa? O forse è la Spectre di qualche
Paese dell’Est, per la concorrenza spietata che gli sta facendo la Sicilia in
termine di disoccupazione? No. Forse è
un qualche emirato geloso della popolarità di Crocetta nel Mediterraneo e oltre
le Colonne di Ercole. Oppure, meglio ancora, è il solito golpista Borghese, in
cerca di una buona sistemazione. Ma basta avere pazienza è tutto verrà alla
luce. Intanto, la democrazia è salva, grazie al senatore Lumia che è riuscito a
convincere crocetta a restare ancorato alla sua poltrona di governatore siculo.
Quando, però, arriverà il momento che le procure, giacché certamente ve ne sarà
più di una con le orecchie tese intorno alle faccende crocettiane, potranno
confermare per intero l’intercettazione, è quelle parole indegne e indecenti
avranno il crisma di una prova giudiziale, cosa farà il senatore Lumia, si
dimetterà da senatore, per risarcire i siciliani? Ci sarebbe da aggiungere ancora che, data la
confusione totale in cui soffoca la giunta crocetta, andare alle urne, sarebbe
stata la massima espressione di democrazia. Ma evidentemente, per il senatore
Lumia così non è. E sembra, per come
starebbero le cose, che al momento il gioco politico siciliano, come peraltro
per il passato, lo tiene in pungo lui. Onore al merito!
2- Maria Pia Banchelli • 12 ore fa
Una coppia di fatto.E di misfatti.