ANDREA'S VERSION. La notizia e i giornali che ci sono e non ci sono

Ezio Mauro, Michele Serra, Roberto Saviano e Francesco Merlo lasciano Repubblica. Se ne vanno, i magnifici quattro, da un giornale che c’è, per trasferirsi in un altro che non c’è

di Andrea Marcenaro 23.5.2020 ilfoglio.it

C’è una notizia: Ezio Mauro, Michele Serra, Roberto Saviano e Francesco Merlo lasciano Repubblica anch’essi. Ma la suddetta notizia non è una notizia. Dato che c’è, e tuttavia non c’è. Poi c’è, nella notizia che non c’è, una notizia nella notizia. Se ne vanno infatti, i magnifici quattro, da un giornale che c’è, per trasferirsi in un altro che non c’è. Da un giornale, cioè, che un domani non ci sarà (per via della notizia che non c’è), a un altro che non esiste oggi come oggi. Forse domani, sempre che ci sia la notizia che non c’è. Questa notizia, la quale c’è, nel momento in cui non c’è, non compare così in alcun articolo. Sarebbe, se ci fosse, un pezzo tra i più letti. Non essendoci, nessuno potrà leggerlo. Peccato. Conquisterebbe, il pezzo che non c’è, il premio settimanalmente istituito dal direttore di Repubblica. Dove il direttore, anche lui c’è e non c’è, ma il premio non ancora.

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