Lettere al Direttore Foglio 23.6.2016
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Sorprendere. Renziani scrivono a Renzi. Appunti su Mediobanca e Intesa. Sorprendere, sparigliare, scommettere sul futuro. Sostituire la R di rottamazione con altre cinque R: riforme, ricambio, rinnovamento, rivoluzione, rilancio. Quando si comincia?
1-Al direttore - No antidoping al Quirinale. Almeno avessero provato a intercettarla, la pipì.
Giuseppe De Filippi
2-Al direttore- Renzi e l’analisi della scoppola elettorale: dopo i gufi, è l’ora degli addetti ai livori.
Michele Magno
2-Al direttore - Non faccio parte della direzione nazionale del Pd, che venerdì pomeriggio affronterà la discussione sul voto. Ma se potessi prendere la parola in quel contesto, davanti al nostro segretario, farei queste considerazioni. E’ grazie al potente messaggio di rinnovamento e cambiamento, caro Matteo, che sei arrivato fino a qui. Il messaggio incarnato in una persona che è stata capace di sfidare, da sola, gli apparati di partito, le vecchie rendite di posizione, e di proporre nuove parole d’ordine, un nuovo modello che ha consentito per la prima volta al Partito democratico di essere all’altezza delle sue ambizioni, di uscire dai suoi classici confini di riferimento. Sull’onda di questo tuo coraggio, di questo tuo talento, così capace di aggregare consensi, sei arrivato al governo del paese, e stai tentando la più imponente opera di trasformazione degli ultimi decenni, quella che può consentire all’Italia di riavviare un motore inceppato da troppo tempo. In pochi anni di governo hai messo in fila una mole di riforme impressionante, come riconosciuto da tutti gli osservatori indipendenti, e oggi si cominciano a cogliere i segnali di una svolta. E alora perché il tuo consenso, il nostro consenso non cresce di pari passo, e al contrario arrivano segnali di stanchezza, di reflusso, di ritirata? Io la direi così Matteo.
Perché quel tuo stile, quella tua capacità di leadership, quel tuo carisma, quel tuo coraggio personale e quella tua capacità di metterci la faccia, che sono stati fondamentali per rompere gli schemi, per consentirti di arrivare fino a qui, oggi non bastano più. Perché per reggere nel tempo, per sfidare la stanchezza che inevitabilmente coglie una opinione pubblica liquida e volubile come la nostra, che brucia leader e simpatie personali in un battito di ciglia, occorre costruire fondamenta, occorre iscrivere la propria vicenda personale dentro una parabola collettiva, occorre indicare un progetto e un orizzonte che travalicano il proprio. L’opinione pubblica, e il nostro partito, non possono vivere solo e semplicemente sull’agenda di governo, sull’enumerazione delle cose fatte, sulle scelte che di volta in volta vengono assunte. Dove siamo diretti? Quale traguardo abbiamo? Che paese abbiamo in mente di costruire per noi e per i nostri figli? C’è un disegno, chiaro e solido, nel quale si iscrivono le scelte in tema di giustizia, di approccio alle diseguaglianze, di stato sociale, di sostegno all’economia, di governo della complessità? O è tutto dominato dell’emergenza, dalle scelte tecnocratiche, dalle decisioni di un uomo solo? Io credo che noi abbiamo bisogno di dare solide basi a questa straordinaria esperienza, se non vogliamo che sia effimera. E per farlo dobbiamo dare il senso di una leadership che non si basa più solo e soltanto sulle grandi doti di intuito politico, di empatia e di comunicazione, ma che sia capace di indicare un progetto di lunga durata. Non da solo, ma promuovendo un gruppo dirigente di qualità indiscusse e riconosciute, leale ma dialettico, valorizzando gli enormi e diffusi talenti pronti a mettersi al servizio di un progetto di questa natura, coinvolgendo nei modi e nelle forme opportune militanti e simpatizzanti.
Se vogliamo sfidare e reggere l’urto della volubilità, dell’emotività che caratterizza oggi un’opinione pubblica occidentale smarrita di fronte alle enormi sfide che dobbiamo fronteggiare, e disposta a cedere alle lusinghe di soluzioni semplificate, dobbiamo tentare la strada più impervia, ma più efficace: iscrivere la nostra parabola dentro un orizzonte più lungo e limpido.
Alfredo Bazoli
Lo scrivevamo ieri. Sorprendere, sparigliare, scommettere sul futuro. Sostituire la R di rottamazione con altre cinque R: riforme, ricambio, rinnovamento, rivoluzione, rilancio. Quando si comincia?
3-Al direttore - Stefano Cingolani ha descritto sul Foglio del 18 giugno un quadro completo ed efficace della attuale condizione e delle relazioni di Mediobanca. Quanto al rapporto con Intesa Sanpaolo – trattato in collegamento con la vicenda delle Opa su Rcs – non parlerei, però, di un ritornante confronto, sia perché la chiave interpretativa è ormai superata (finanza cattolica vs laica) sia per la mancanza di parità. Se volesse, se ne esistessero i presupposti e le opportunità, Intesa potrebbe far valere, nelle diverse operazioni concorrenti, la propria forza enormemente superiore a quella di Mediobanca che non gode più dello status privilegiato, innanzitutto sotto il profilo normativo, dell’epoca cucciana.
Angelo De Mattia