Lettere al Direttore Il Foglio 12.5.2016
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Scarpinato vs il liberismo scatena un coro: terzietà, terzietà, terzietà. Si è avviato un complesso e sofisticato processo di reingegnerizzazione oligarchica del potere. Escort Bari
1-Al direttore - Ceione.
Giuseppe De Filippi
2-Al direttore - “Si è avviato un complesso e sofisticato processo di reingegnerizzazione oligarchica del potere che si declina a livello nazionale e sovranazionale lungo due direttrici. La prima è quella di sovrapporre i princìpi cardine del liberismo a quelli costituzionali […]. La seconda direttrice consiste nel trasferimento dei centri decisionali strategici negli esecutivi nazionali incardinati a esecutivi sovranazionali, declassando i parlamenti a organi di ratifica delle decisioni governative e sganciandoli dai territori tramite la selezione del personale parlamentare per cooptazione elitaria grazie a leggi elettorali ad hoc”.
Il linguaggio non induca in errore chi legge: non è il brano di un vecchio documento sullo stato imperialistico delle multinazionali. E’ un passo dell’intervista concessa ieri a Liana Milella (Repubblica) da Roberto Scarpinato, in cui il procuratore di Palermo spiega perché per i magistrati è un imperativo etico schierarsi contro la deriva autoritaria rappresentata dal combinato disposto dell’Italicum e della riforma del Senato. Del resto, egli aggiunge, già il nuovo articolo 81 della nostra Carta “ha costituzionalizzato il principio della legalità sostenibile [cioè della subordinazione dei diritti alle esigenze dei mercati], che si avvia a divenire una norma di sistema baricentrica del processo di ricostituzionalizzazione in corso”. Ecco, non essendo un giurista ho fatto un po’ di fatica a seguire il periodare del procuratore. Però di una cosa ora sono certo: se gli argomenti a sostegno del no continueranno ad essere formulati in questo modo, Renzi ha buone probabilità di vittoria nel referendum consultivo di ottobre.
Michele Magno
Pietro Ichino ha notato un passaggio non male dell’intervista: “L’alto magistrato ci spiega che il giudice ordinario non è soggetto alla legge ordinaria: al contrario questa è soggetta al suo vaglio, poiché egli è membro della ‘magistratura costituzionale’, che le leggi semmai le corregge interpretandole secondo la Costituzione, e dove ciò si riveli impossibile ‘le processa’ e le abroga”. Ma tra le righe di quell’intervista emerge un altro dettaglio incredibile. Scarpinato, in modo onesto, dice che il magistrato, per difendere la Costituzione, non può limitarsi soltanto a difendere i valori della Carta ma deve fare qualcosa di più. Deve combattere contro le diseguaglianze, il magistrato. Deve onorare l’articolo 3 della Costituzione (“rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”). E per fare questo, ovviamente, deve esporsi in prima persona per combattere la radice delle diseguaglianze, secondo il magistrato, che è il liberismo sfrenato. Dice Scarpinato: “Si è avviato un complesso e sofisticato processo di reingegnerizzazione oligarchica del potere che si declina a livello sovranazionale e nazionale lungo due direttrici. La prima è quella di sovrapporre i princìpi cardine del liberismo a quelli costituzionali trasfondendo i primi in trattati internazionali e trasferendoli poi nelle Costituzioni nazionali…”. Ora, non staremo certo qui a ripetere che, cari professionisti della Costituzione, il magistrato non è un cittadino come gli altri, come prevede l’articolo 104 della Costituzione perfettamente sintetizzato, nel caso di smarrimento e dimenticanza, sul sito del Csm (“Terzietà e imparzialità sono assunte come le caratteristiche che consentono di distinguere i giudici dagli altri organismi che esercitano funzioni statali diverse”). Il punto, più preoccupante, è che il dottore Scarpinato rende attuale una domanda che da queste parti ci facciamo da tempo: un magistrato che considera il libero mercato come il male dell’umanità, e lo dice in un’intervista, potrà mai essere davvero terzo e potrà mai riuscire a non utilizzare la sua ideologia nella valutazione dei processi? Scarpinato direbbe “onestà, onestà, onestà”. Noi, più modestamente, chiediamo “terzietà, terzietà, terzietà”.
3-Al direttore - La Costituzione, architrave del contratto sociale, è fatta per durare molto di più del periodo in carica di qualsiasi governo. Per tale motivo, nell’esprimere la propria scelta con il Sì o con il No al referendum sulla riforma della Costituzione, non è al futuro di Renzi che bisogna pensare, che passerà come tutti i capi di governo, ma al merito delle varie modifiche proposte che, se approvate, incideranno per molto tempo sul rapporto dei cittadini con le istituzioni che ne regolano la partecipazione, la rappresentatività, i rapporti tra centro e periferia, i rapporti tra parlamento e governo.
Ascanio De Sanctis
4-Al direttore - Leggo dalle agenzie che ieri è stata depositata la sentenza del processo escort a Bari. Le indagini hanno tratteggiato “le abitudini di vita e i reprensibili costumi extraistituzionali” dell’allora premier, “protagonista delle cene (poco) eleganti” organizzate nelle sue residenze, “beneficiando della costante, imprescindibile presenza di avvenenti, provocanti, disinvolte spregiudicate, disinibite e soprattutto giovanissime donne” che volevano dare “una svolta alle loro (talvolta, a dir poco modeste) vite”. Tralasciando il fatto che in questo processo Berlusconi non è indagato, ma le pare possibile che, ancora una volta, i magistrati confondano il codice penale con il codice morale? E poi: da quando le carte processuali sono diventate il deposito di editoriali dei giudici e dei pm? Sono basito.
Sebino Caldarola
Il senso è chiaro: Berlusconi, ti devi caca’ sotto.