Il Papa non invita i giovani a studiare

«Nel mondo del lavoro occorre fuggire le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni»,

 di Domenico Cacopardo  Italia Oggi 21.1.2016

«Nel mondo del lavoro occorre fuggire le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni», queste le parole di papa Bergoglio, domenica 17. Onestamente, ci saremmo aspettati qualcosa di diverso dalle banalità cui spesso indulge su un tema così delicato e controverso, visto che il Vaticano e la gerarchia cattolica vengono costruiti per cooptazione, lo strumento principe del favoristimo e della raccomandazione. Da che mondo è mondo, la scelta del personale di governo o, semplicemente, di un'organizzazione non avviene in forme paritarie, ma in forme selettive, nelle quali le referenze (cioè le raccomandazioni nella loro versione corretta) sono parte costitutiva del curriculum di un candidato.

Ma Francesco non ha detto mai studiate, preparatevi per costruirvi un avvenire, ha preferito indulgere sulla gratuità dell'esercizio del diritto al lavoro, dimenticando che esso è una condizione privilegiata ed essenziale per l'esistenza di qualsiasi società civile e ordinata, alla quale si accede non per numeri ma per persona. È questo il sistema con cui ha deciso il Giubileo, una specie di monumento al suo pontificato trasformatosi in un colossale flop. Il Giubileo è, in sostanza, un rito che dura più o meno un anno, nel corso del quale chi si sottopone alle prescrizioni pontificie viene mondato dei suoi peccati. Non si specifica se capitali o veniali, giocandosi sull'equivoco, visto che quelli capitali vengono mondati solo dalla confessione e che di quelli veniali, tipo mangiare rubare la marmellata, nessuno si cura.

La ciliegina sul Giubileo è stata la decisione di dotare ogni diocesi di una sua Porta santa, talché la devozione si può adempiere prendendo l'autobus della propria città per recarsi alla chiesa con Porta. C'è un altro elemento su cui nei sacri palazzi si dovrebbe riflettere: il crollo delle presenze alle manifestazioni, comprese le udienze del mercoledì, non è attribuibile solo al timore degli attentati. Di certo alla stanchezza per la retorica di Sua santità: una narrazione che, a parte gli estimatori professionali, prende poco e, di fatto, respinge. Sembra che il destino del papa venuto dall'altro mondo sia quello di trasformarsi in un papa dell'altro mondo.

www.cacopardo.it

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