Il cardinale Maradiaga: "Sì, in Vaticano c'è una lobby gay, l'ha detto il Papa"
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"Francesco sta tentando di purificarla", ha aggiunto il coordinatore del C9, la consulta incaricata di riformare la curia romana
di Matteo Matzuzzi | 14 Gennaio 2016 ore 10:47
Roma. Il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, coordinatore del C9 (la commissione cardinalizia che consiglia il Papa e studia la riforma della curia romana) ha ribadito che "in Vaticano c'è una lobby gay" ben operativa e che Francesco sta affrontando il problema: "Poco a poco, il Pontefice sta tentando di purificarla". Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, ha risposto a una precisa domanda del quotidiano locale El Heraldo, in cui gli veniva chiesto se "in qualche momento ci sia stato il tentativo o se si sia effettivamente concretizzata una infiltrazione della comunità gay in Vaticano". Il porporato è stato chiaro: "Non solo questo, anche il Papa l'ha detto: c'è stata anche una lobby in questo senso".
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Il riferimento è a quanto Bergoglio disse, pochi mesi dopo l'elezione, ricevendo in udienza privata i rappresentati della Confederazione latinoamericana e dei Caraibi dei religiosi e delle religiose (Clar), il 6 giugno 2013: "In Vaticano – secondo quanto riportò un quotidiano cileno – c'è una potente lobby gay". Successivamente, conversando con i giornalisti a bordo dell'aereo che lo riportava in Italia dal Brasile, dove si era recato per la Giornata mondiale della Gioventù, era tornato sul tema: "Si scrive tanto della lobby gay. Io finora non ho trovato in Vaticano chi ha scritto 'gay' sulla carta d'identità. Bisogna distinguere tra l'essere gay, avere questa tendenza e fare lobby". Il problema – chiosava Francesco – "non è avere questa tendenza, il problema è fare lobby e questo vale per questo come per le lobby d'avari, le lobby politiche, le lobby massoniche".
In quell'occasione, il Papa aveva pronunciato una delle frasi "simbolo" di questa prima parte di pontificato: "Se una persona è gay e cerca il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicarlo?". Il cardinale Maradiaga ha aggiunto che "ciò che è sbagliato non può essere la verità" e, ad ogni modo, "esiste una legislazione pastorale per rispondere" a questi problemi.
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