Ordine di Malta, il suo potere tra soldi e diplomazia
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Banchieri come Bini Smaghi. Ambasciatori. Politici. Antiche famiglie nobiliari. Cosa c'è dietro l'Ordine di Malta. Che difende il papa. E rispunta con Vatileaks.
di Alessandro Da Rold | 10 Dicembre 2015 lettera43
Ci sono dentro presidenti di Stato, ambasciatori, diplomatici di vario tipo.
Imprenditori di spessore, politici, banchieri come Lorenzo Bini Smaghi.
I marchesi Cordero di Montezemolo e Visconti di Modrone, oppure famiglie principesche come i Ruffo di Calabria, i napoletani Caracciolo di Melissano, i romani Barberini e Colonna, i siciliani Notarbartolo di Furnari, Paternò di Montecupo e Imperiali di Francavilla.
Non è una parata del club Bilderberg o un un club esclusivo per nobili: i nomi citati fanno tutti parte dell'Ordine di Malta.
FU FONDATO NEL 1048. O meglio, del Sovrano ordine militare ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, Rodi e Malta (questa la definizione completa), fondato durante le crociate, nel 1048, tra le più antiche e prestigiose istituzioni cavalleresche e nobiliari cristiane.
Riconosciuto ufficialmente non solo dalla Chiesa cattolica, ma a livello internazionale da praticamente tutti gli Stati.
RISPUNTA CON GLI SCANDALI. È un mondo spesso poco raccontato sui quotidiani, che compare nei momenti in cui nel Vaticano iniziano guerre interne, con gli uni e gli altri ordini che orbitano intorno alla Santa sede che si rinfacciano di aver spinto per l'uno o per l'altro papa.
Nei giorni di Vatileaks 2, tra corvi e streghe, continua nell'opera di mediazione.
Quasi 2 milioni di soci, è membro osservatore Onu Del resto l'Ordine conta. E molto.
Negli ultimi anni alcuni dicono di meno, perché a prendere in mano le redini sarebbe stato il sacro ordine di Colombo, di matrice statunitense, organizzazione cattolica di servizio fraterno con quasi 2 milioni di soci all'attivo.
Ma non bisogna dimenticare che l'Ordine di Malta prima del 1994 veniva considerato uno Stato sovrano, adesso è membro osservatore delle Nazioni unite.
CORPO DIPLOMATICO. E proprio nei giorni di tensione internazionale dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre viene spesso coinvolto sul fronte diplomatico.
Del resto lo Smom (acrononimo) ha un suo corpo diplomatico, con tanto di passaporto, e tutti gli ambasciatori presso la Santa sede lo sono anche presso l'Ordine di Malta.
UN PICCOLO ESERCITO. La sede romana e maltese dell'ordine gode della extra-territorialità e le altre sedi sono considerate come consolati.
A questo si aggiunge una piccola flotta di auto, aerei, barche: tipo un piccolo esercito in miniatura.
TRADIZIONALE PELLEGRINAGGIO. L'Ordine è ovunque. Anche nel 2015, dal 23 al 25 ottobre, si è svolto il tradizionale pellegrinaggio nazionale al Santuario della Madonna nera di Loreto (Ancona), al quale hanno partecipato oltre 2 mila persone fra assistiti e pellegrini, religiosi, medici e infermieri, accompagnatori, dame e cavalieri, appartenenti alle famiglie della nobiltà italiana.
Nobili decaduti, ma che ancora contano
A Loreto, con Sua altezza eminentissima il principe gran maestro - questo il titolo del capo dell’Ordine - Fra Matthew Festing, un conte cattolico inglese - un frate equiparato a un cardinale di Santa Romana Chiesa - c'erano intere generazioni di aristocratici (nonni, figli e nipoti) provenienti da tutta Italia, dal Tirolo alla Sicilia, che hanno assistito i malati, partecipato alle funzioni religiose e, come sempre, fatto soprattutto pubbliche relazioni e consolidato secolari rapporti di amicizia e alleanza.
C'ERA IL PRINCIPE GIOVANNELLI. C'era pure l’onnipresente principe Alberto Giovannelli (presidente dell'Unione della nobiltà d’Italia, sigla nostalgica monarchica, rimasta fedele a Vittorio Emanuele di Savoia), il duca “borbonico” Ugone Spinelli di Marianella (presidente dell’Associazione storica della nobiltà italiana che cura la pubblicazione della versione originale del mitico Libro d’oro), il nobile patrizio Alberto Cattania (presidente del gruppo giovanile di quello che rimane del vecchio Corpo della nobiltà italiana, voluto dall’ultimo re d’Italia, Umberto II) e il “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini (promotore di Aristocrazia europea, una associazione culturale internazionale, nettamente tradizionalista e reazionaria, nettamente tradizionalista e reazionaria, legata alle famiglie imperiali degli Asburgo d’Austria e dei Romanof di Russia).
Da sempre l'Ordine difende il papa Ma, nobili a parte, l'Ordine di Malta è sempre stato negli anni un difensore del papa.
Impegnato nel volontariato in ogni parte del mondo, lo scrittore e diplomatico Roger Peyrefitte gli ha dedicato uno dei pochi libri conosciuti, Cavalieri di Malta, nobili cavalieri contro intrighi clericali, dove si racconta come l'Ordine abbia sempre difeso di fondo il Vaticano.
POLEMICA SULLO IOR. Qualche polemica venne fuori all'inizio del 2013, dopo la caduta di Benedetto XVI.
Il 15 febbraio Ratzinger nominò il nuovo presidente dello Ior, il banchiere Ernst von Freyberg, appunto dell’ordine dei Cavalieri di Malta.
MOSSA CHE SPIAZZÒ. Fu una mossa che, spiega Francesco Peloso nel libro La Banca del papa, spiazzò anche il suo segretario di Stato e, in effetti, nelle ore precedenti l’ufficializzazione della nomina, il 14 febbraio, sembrava fosse il banchiere belga Bernard De Corte l’uomo destinato a sostituire Ettore Gotti Tedeschi, dimessosi ormai dal maggio 2012.
SCANDALI E COLPI BASSI. Da otto mesi lo Ior era senza presidente, le lotte intestine non avevano consentito di scegliere un successore in tempi rapidi; la Chiesa stava per restare anche senza papa, dopo aver vissuto una crisi interna fatta di scandali e colpi bassi senza precedenti.
«E Ratzinger, per la prima volta, fece da solo, non ascoltò il suo braccio destro».
Eppure quella mossa consentì una prima ripulitura dello Ior, che non si è ancora compiuta.
Ma l'Ordine difese come sempre il Vaticano
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