Mario Giordano punge Papa Francesco: "Sbugiardi l'interpretazione gay friendly del suo pensiero"
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E’ abbastanza evidente che l'uscita di monsignor Charamsa non sia stata estemporanea e casuale: al contrario era studiata a tavolino e, temo, orchestrata con il consenso di una lobby che ha appoggi importanti nella curia vaticana.
Libero 17.10.2015
Caro Giordano, su Libero di oggi, in risposta ad un lettore, lei ha giustamente detto che i palinsesti delle Tv sono invasi da omosessuali. Non condivido invece il suo pensiero quando afferma che un pezzo della Curia romana si è messa al lavoro per sancire la svolta «gay friendly» del Vaticano e che per portarla avanti sono partiti gli «outing» dei cardinali. Ma quale outing? Se si riferisce al prete polacco che si è presentato ai fotografi in abito talare con il suo compagno gay, va precisato che non aveva il titolo di cardinale, ma soltanto di teologo. Se invece allude alla accoglienza delle persone omosessuali, sollecitata da diversi Vescovi, non è una novità in quanto gli omosessuali non sono mai stati esclusi dalla Chiesa. La Chiesa accoglie tutti, ma resta ferma sulla dottrina. Purtroppo quella frase di Papa Francesco: «Se un gay cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo?», è stata furbescamente strumentalizzata dai movimenti gay integralisti, ma un cattolico fin dal catechismo apprende che non si devono mai giudicare le persone. Oggi tutta la stampa (eccetto Libero) parla ampiamente del recente discorso del Papa che chiede perdono, a nome della Chiesa, per gli scandali avvenuti recentemente a Roma e in Vaticano. Tutti abbiamo capito che si riferiva al caso del prete polacco Charamsa che, dimenticando i voti pronunciati, ha dichiarato di convivere con il suo compagno gay e alla squallida vicenda di un prete romano che frequentava prostituti omosessuali. Quanto sopra è una conferma che in Vaticano non è in atto la svolta «gay friendly». Mi auguro possa pubblicare questa mia mail.
Simone Hegart
via mail
Però, caro Simone, è abbastanza evidente che l'uscita di monsignor Charamsa non sia stata estemporanea e casuale: al contrario era studiata a tavolino e, temo, orchestrata con il consenso di una lobby che ha appoggi importanti nella curia vaticana. Non a caso il suo outing è avvenuto alla vigilia del Sinodo. Non a caso è già pronto per la pubblicazione del libro. C’è una lotta in corso dietro le mura vaticane, questo volevo dire, questo sanno tutti. E la lobby che sostiene l'apertura al mondo omosessuale è fortissima (anche se con Charamsa, secondo me, ha fatto un autogol). Il Papa? Io penso che, se volesse, saprebbe benissimo come evitare di farsi strumentalizzare. Quando vuole sa parlare chiaro: ha presente quando ha sbugiardato il sindaco Marino? Perché non sbugiarda allo stesso modo anche l’interpretazione gay friendly del suo pensiero di tanti giornali, a cominciare da quello del suo amico Scalfari?
di Mario Giordano