Al cardinale Burke via anche l’assistenza sanitaria? La mano pesante del Papa contro «il nemico»
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Al momento il cardinale Burke continuerebbe a servire come membro del Tribunale supremo della Segnatura
17 DICEMBRE 2023 - 08:15 di Redazione, open.online.it lettura2’
Dopo stipendio e sfratto di fatto dall’appartamento vaticano, per il cardinale statunitense sarebbe a rischio anche l’accesso al Fas, dopo la decisione del Papa di togliergli ogni «privilegio cardinalizio»
Sarebbe a rischio anche l’assistenza sanitaria in Vaticano per il cardinale statunitense Raymond Burke. Come aveva anticipato Open, il cardinale nei giorni scorsi aveva ricevuto due raccomandate dalla Santa Sede, con cui di fatto veniva ufficializzato l’aumento dell’affitto nell’appartamento vaticano, uno sfratto di fatto, e la revoca dello stipendio cardinalizio. Il cardinale finito nel mirino di Papa Francesco, che lo accusa di essere di fatto «mio nemico» e di aver usato i suoi privilegi cardinalizi contro la Chiesa, si ritroverebbe non solo senza stipendio mensile, ma anche con la prospettiva di non avere alcun sostentamento pensionistico e di assistenza sanitaria.
Al momento il cardinale Burke continuerebbe a servire come membro del Tribunale supremo della Segnatura Apostolica e del Dicastero dei Santi, come riporta il Catholic Herald. Per quel ruolo riceveva un «assegno cardinalizio», un tempo chiamato «piatto», vale a dire uno stipendio di circa 5mila euro valido fino alla morte. Come aveva rivelato anche il biografo del Papa, il britannico Austen Ivereigh, Bergoglio aveva deciso alcun ripensamento di «togliere i privilegi cardinalizi di Burke, perché aveva usato quei privilegi contro la Chiesa».
Non solo quindi stipendi e appartamenti, ma secondo la stampa cattolica britannica anche l’accesso al Fas, il Fondo assistenza sanitaria. Si tratta dell’ente che assicura l’assistenza sanitaria per tutti i dipendenti della Santa sede, che siano religiosi o laici, in servizio o in quiescenza. Burke, 75 anni, in questo modo dovrebbe provvedere da sé a ogni eventuale cura e terapia medica. Il Catholic Herald su questa eventualità ha anche contattato il portavoce vaticano Matteo Bruni. Ma al momento, il sito cattolico britannico dice di non aver avuto alcuna risposta.