I macigni di Ratzinger “Contro di me un vociare assassino”, ha scritto Benedetto XVI nel libro postumo pubblicato dopo la morte.

Al centro di tutto, la crisi della fede nella sua Germania, epicentro del terremoto che scuote la Chiesa di Roma. Il Vaticano alla Chiesa tedesca, fermatevi

MATTEO MATZUZZI 28 GEN 2023 ilfoglio.it lettura2’

“Contro di me un vociare assassino”, ha scritto Benedetto XVI nel libro postumo pubblicato dopo la morte. Al centro di tutto, la crisi della fede nella sua Germania, epicentro del terremoto che scuote la Chiesa di Roma

Il Vaticano, a tutti i massimi livelli, dice ai maggiorenti della Chiesa tedesca che si devono fermare, che quel che stabilisce il Cammino sinodale locale (che da biennale qual era in origine, di fatto si sta trasformando in permanente o semi permanente, con richieste ultimative recapitate a Roma che crescono in tono e sostanza di mese in mese) non è valido e che di certo non possono istituire “Consigli sinodali” con la partecipazione di laici che arriverebbero a sovrintendere pure alle faccende ora in capo alla Conferenza episcopale. Il Papa, in una delle periodiche interviste che concede, ha sentenziato che quel che avviene in Germania “non è utile e non aiuta. Il dialogo va bene, ma non è un Sinodo, non è una vera e propria via sinodale. Lo è solo di nome, ma è guidato da un’élite e il Popolo di Dio non è coinvolto”. Dal Reno replicano con ringraziamenti rituali ma confermano che si andrà avanti così come stabilito, nonostante il tentativo ormai dichiarato di Roma di far confluire – diluire, si potrebbe dire senza il rischio di sbagliare – le istanze locali nel grande Sinodo che si celebrerà tra la fine di quest’anno e il prossimo all’ombra di San Pietro. Dopotutto, la gerarchia della Chiesa tedesca è compatta: la resistenza, pur combattiva, è ridotta a cinque vescovi, capitanati dall’ammaccato cardinale di Colonia, Rainer Maria Woelki. Gli altri sono quasi tutti titolari di diocesi bavaresi, la grande enclave cattolica a nord delle Alpi, benché anche qui la secolarizzazione si faccia ormai sentire. Prima ancora che una lotta con Roma, lo è contro i gruppi partigiani che non vogliono saperne di riforme e maquillage, di ristrutturazioni calate dall’alto (come dice Francesco) che puntano in ultima istanza a fare della Chiesa cattolica un qualcosa di nuovo, cogestito a livello orizzontale, senza più piramidi con al vertice poche figure chiamate a dare la linea. Progetti antichi, non è certo questione degli ultimi anni ma che oggi hanno trovato terreno fertile nella scelta del Papa regnante di demandare alle Chiese locali autorità anche in campo dottrinale (e figurarsi, quindi, in quello pastorale). Francesco, di quel paragrafo contenuto nella Evangelii gaudium del 2013 forse un po’ se ne è pentito, se è vero che nei mesi scorsi diceva di non volere in Germania un’altra Chiesa protestante, ma di volerla cattolica. Forse, chissà, ne avrà parlato con Benedetto XVI, ricordato in queste settimane come il presidio di saggezza che poteva essere interpellato a proposito di questioni non certo secondarie. E quanto avviene nella Chiesa tedesca, secondario certamente non lo è.

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