Papa Francesco e il viaggio in Svezia? Un'umiliazione per milioni di Cattolici

Un'umiliazione cocente l'atto di sostanziale prosternazione compiuto dal gesuita Bergoglio nei confronti dell'eretico Martin Lutero

Di Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti  Affaritaliani 12.11.2016

Io non ci sto!Non voglio assolutamente subire una umiliazione cocente per l'atto di sostanziale prosternazione compiuto dal gesuita Bergoglio nei confronti dell'eretico Martin Lutero, nei giorni del 31 Ottobre e del 1° Novembre, a Lund, in Svezia, nella nefasta ricorrenza della scissione promossa, 500 anni fa, dall'ex-monaco agostiniano, in spregio della Chiesa Universale, dei suoi dogmi fondanti, dei suoi Santi, del Supremo Magistero Pontificio.

Per grande beffa, l'incontro è avvenuto proprio nel giorno memoriale in cui la Chiesa Cattolica, la mia, la nostra Chiesa, porta all'attenzione dei suoi fedeli, le virtù eroiche dei Santi -ai quali Lutero ha negato l'ufficio dell'intermediazione presso il trono del Signore- di tutti coloro che, nell'imitazione del Cristo, hanno sempre cercato, nell'esistenza quotidiana, di testimoniare il Vangelo e la lezione, il messaggio che da Esso promana.

Ho assistito, per caso, durante un'edizione della sera del giornale televisivo, ad una cerimonia, cosiddetta ecumenica, dai tratti penosi, raggelanti, con l'abbraccio ad una mazza di scopa con in cima dei cernecchi ispidi e incolori: ne sono rimasto estremamente sconcertato da quello che ha significato in termini di identità, di fede religiosa, di vivificazione del credo cattolico; di qualificazione della propria anima più profonda.

 

Io non devo, né voglio, chiedere scusa a nessuno, per il mio essere cattolico. E nessuno è delegato a farlo in mio nome ed in mia vece per gli eventuali "errori" commessi, lungo il corso dei secoli, o alla Chiesa imputati: a torto oppure a ragione. E' la dialettica della vita; è il dare e l'avere dei conti con i quali ci si misura nel corso dell'esistenza di ciascuno e di tutti: storica, sociale o religiosa che essa sia.

Io non devo farmi perdonare nulla da nessuno per le mie credenze, perche cattolico, apostolico, romano; contutti gli errori, le prevaricazioni, i soprusi -di cui sono orgoglioso- che questo ha comportato, in oltre due millenni di verità soprannaturali rivelate, ma anche e soprattutto per gli eroismi, i sacrifici, i martìri che l'essenza stessa cristiano-cattolica sottende e comporta essendo ad essa connaturati sin dai primordi, con tutta la fierezza, con tutto il peso, il fardello con cui ad essa si guarda come ad un faro di luce inestinguibile che indica la rotta sicura tra i marosi della vita, che quasi travolgono chi della Barca di Pietro non riesce a comprendere, nel mondo, la funzione salvifica, il carisma identitario.

Quella alla quale guardo è la Chiesa stessa di Francesco d'Assisi (1182-1226) che, nel 1219, si recò in Egitto per rendere testimonianza al Vangelo di Cristo e cercare di convertire alla fede cristiana il sultano di quella regione dell'Africa. E' la stessa Chiesa della domenicana Caterina Benincasa di Siena (1347-1380) che, con le sue ardenti e severe lettere, convinse il Pontefice Gregorio XI de Beaufòrt (1370-1378) a riportare la sede papale in Roma, il 17 Gennaio del 1377, ponendo in tal modo fine al periodo avignonese della residenza dei Papi nella famosa città della Francia meridionale.

E' la Chiesa di Leone X de' Medici (1513-1522), intelligente protettore di artisti e letterati, che, nel 1521, fulminò la scomunica contro Martin Lutero alla cui formulazione collaborò altresì il cardinale Gerolamo Aleandro, già arcivescovo di Brindisi dal 20 Dicembre 1524 al 1° Febbraio 1542.

Quel Lutero che, nella sua incontenibile fòia, contrasse matrimonio con una exmonaca germanica, Caterina di Bora (1499-1552).

Ma è anche la Chiesa di Paolo III Farnese (1534-1549) che indisse il Concilio di Trento (1545-1563), l'assise dirimente nella storia della Chiesa moderna in cui si provvide, durante le sessioni dei lavori, alla ridefinizione precisa dei dogmi cattolici sanzionando nettamente l'errore dei protestanti e dando inizio alla "tridentinizzazione" di ciascuna chiesa diocesana. Furono i Chierici Regolari Teatini -tra gli altri ordini religiosi-, fondati da Gaetano di Thiène (1480-1547) e da Giovan Pietro Carafa (1555-1559), Arcivescovo di Brindisi dal 1518 al 1524, poi Sommo Pontefice con il nome di Paolo IV, che si adoperarono con attivo zelo a vivificare il credo cattolico e a contrastare l'influenza protestante sulle popolazioni degli stati dell'Europa latina.

Ancora, è la Chiesa di Pio V Ghislieri (1566-1572) che istituì, in memoria della vittoria di Lepanto, il 7 Ottobre del 1571, la festa del Rosario che ancora oggi si celebra, ogni 7 di Ottobre di ciascun anno, in onore della Vergine Maria, con la recita della supplica, poi composta dall'avvocato di Latiano, in terra di Brindisi, Bartolo Longo (1841-1926), fondatore, dal 7 Maggio 1875, del Santuario di Valle di Pompei.

Una istituzione che, con il Concilio tenutosi in Vaticano e comunemente definito "Vaticano I", ha codificato il dogma dell'infallibilità del Pontefice Romano quando parla ex-cathedra -avendo già definito, in precedenza, nel 1854, la Concezione Immacolata di Maria-, quasi un percorso di continuità ideale tra il Concilio di Trento e il Vaticano I, senza jati di sorta tra i due fondamentali eventi che hanno segnato, in modo indelebile, le vicende della Chiesa Cattolica, sia nel periodo cronologico moderno che in quello dell'epoca contemporanea.

Molto saggiamente, il Papa Emerito, Benedetto XVI Ratzinger (2005-2013) che volle usare quel nome in omaggio al Sommo Abate di Norcia, nelle sue Ultime Conversazioni, intavolate con Peter Seewald, afferma come "nel caso dei protestanti direi che il vero grande problema è la frammentazione interna. Si discute sempre solo con una realtà parziale del protestantesimo, la quale a sua volta è in contrasto con le altre realtà. I protestanti stanno vivendo una grave crisi, com'è risaputo… D'altra parte anche la Chiesa protestante tedesca sta vivendo una grave crisi" (p. 191).

E' la legge del contrappasso. E' la beffa per una Chiesa che si affermò con la violenza e il sopruso e soltanto perché i prìncipi che vi aderirono potessero incamerare i beni della Chiesa germanica, dei suoi Ordini religiosi e cavallereschi, degli Enti che intorno ad essa gravitavano. Gli Hóhenzollern costituiscono il caso emblematico delle proditorie appropriazioni perpetrate ai danni della Chiesa Cattolica tedesca: Alberto di Hóhenzollern, gran Maestro dell'Ordine cavalleresco-ospitaliero Teutonico, approfittò del rivolgimento posto in atto da Lutero per scippare a tradimento i beni dell'Ordine, tra cui, particolarmente, la Prussia, per farne una pertinenza privata, in sfregio di ogni diritto e logico buonsenso. Lutero avallò queste rapine fornendo ad esse ogni giustificazione sia di carattere dottrinario che religioso e morale. Però, a ben guardare, quella cui sono fisi i miei occhi, è la Chiesa di Pio XI Ratti (1922-1939) che, nel 1925, volle istituire la festa di Nostro Signore Gesu Cristo Re, fissandola nell'ultima domenica di Ottobre.

A Papa Ratti, fece immediato seguito Pio XII Pacelli (1939-1958), il Pastor Angelicus, il cui supremo Magistero viene ricordato per aver impresso alla Chiesa di Roma il crisma dell'estrema chiarezza del pensiero e della parola ma, al di sopra di ogni altro essenziale dato, per il senso di umanità profonda che costituiva l'imprinting indelebile della sua cristiana caritas.

Ora, per quello che personalmente mi concerne, il sospetto risulta legittimo.

Il padre gesuita Bergoglio, con il suo viaggio in Svezia, è voluto andare a infondere linfa ad una Chiesa ormai asfittica ed estenuata? Si è recato nel Paese scandinavo per vivificare una istituzione che boccheggia sempre di più? Se cosi fosse, sarebbe un fatto davvero molto grave; un evento che lascia nello sconcerto, credo, milioni di Cattolici, a totale detrimento dei fedeli di ogni latitudine dell'intero orbe terracqueo che guarda a Roma e alla sua Chiesa, se pure, oggi, querula, tremebonda, emasculata, come all'antica madre nel cui caldo seno poter ritrovare il nido primigenio, sicuro; l'integrale benevolenza per essere protetti dalle gravi tribolazioni dell'esistenza. Per poter, alla fine, innalzare al cielo l'anafora trinominale della Chiesa Trionfante: Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat! Per sempre!

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