Il Papa: "La teoria gender è una guerra mondiale contro il matrimonio"
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Francesco in Georgia ribadisce che "il matrimonio si distrugge non con le armi, ma con le idee. Occorre difendersi dalle colonizzazioni ideologiche"
Papa Francesco rientrerà a Roma domenica sera (LaPresse)
di Matteo Matzuzzi | 01 Ottobre 2016 ore 17:30
Roma. “Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio”, ha detto il Papa rispondendo a braccio alla domanda che una madre georgiana gli aveva posto durante l’incontro con i religiosi e i seminaristi che si è tenuto nella chiesa dell’Assunta a Tbilisi. La donna aveva esplicitamente citato nella sua testimonianza le “nuove visioni della sessualità come la teoria gender e la marginalizzazione della visione della vita cristiana”. La risposta di Francesco non si è fatta attendere: il matrimonio, ha detto, “non si distrugge con le armi, bensì con le idee. Ci sono colonizzazioni ideologiche che lo distruggono. Pertanto occorre difendersi dalle colonizzazioni ideologiche”.
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L’intervento del Papa ricorda assai da vicino quello da lui stesso pronunciato – sempre a braccio – a Napoli il 22 marzo dell’anno scorso, quando incontrò i giovani sul Lungomare Caracciolo. In tale circostanza, Bergoglio disse che “la famiglia è sotto attacco, c’è un secolarismo attivo, ci sono colonizzazioni ideologiche non solo in Europa. E’ una cultura che non vuole far vedere la famiglia, per la quale è meglio non sposarsi, rimanere a casa”. La minaccia, aveva aggiunto, è insidiata dalla “teoria del gender, uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”.
Poco settimane dopo, inaugurando sul sagrato della basilica vaticana un ciclo di catechesi su uomo, donna e matrimonio, il Papa aveva rincarato la dose: “Mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”. La responsabilità della diffusione di tali teorie, osservò Francesco, è anche “della cultura moderna e contemporanea che ha sì aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza”, introducendo però “molti dubbi e molto scetticismo”.
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