Come salvare i nuovi martiri
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Non più Mosul o Aleppo: la guerra arriva sugli altari delle chiese europee. Il dialogo basta per difendersi dal jihad? La Chiesa e la ricerca di una terza via. Girotondo d’idee
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di Redazione | 28 Luglio 2016 ore 15:11 Foglio
"Non abbandonarsi a una retorica vuota"
di Mons. Francesco Cavina
La strage del 14 luglio a Nizza, gli attentati in Germania, la barbara uccisione di padre Jacques Hamel vicino Rouen. Sono eventi terribili che evidenziano di che cosa è capace l’uomo quando si lascia dominare dalla irrazionalità e dall’odio. Eventi che non possono essere compresi se ci si abbandona a una retorica vuota e ripetitiva e non si ha il coraggio di interrogarsi sul perché di questi tragici eventi. Bisogna avere l’onestà di riconoscere che nel Corano sono presenti espressioni che necessitano di essere spiegate, perché ambigue e fuorvianti.
La questione, in fondo, è spirituale
di Martino Diez
Come uscire da questa situazione? Innanzitutto occorre precisare chi deve uscire. E direi che i soggetti possibili di questa “uscita” sono tre: gli europei, il mondo musulmano e anche la Chiesa, che in questo caso è stata colpita in modo diretto. Riguardo al mondo musulmano, l’attacco di Rouen mi sembra confermare un’osservazione: nell’islam ci sono dei limiti, dei tabù – come il divieto di colpire i luoghi di culto – che sono stati infranti una volta di più. Ciò sta a significare che il contagio della violenza investe ormai in profondità il mondo musulmano. E’ una tragedia immane, basta pensare alla Siria.
Una Chiesa aperta frena il terrorismo
di Massimo Introvigne
Chi protesta perché il Papa e i vescovi italiani parlano di accoglienza anziché partire in guerra contro l’islam e gli immigrati non si pone mai questa semplice domanda: perché in Italia – a differenza di quanto avviene in Francia, in Belgio, in Gran Bretagna, in Spagna o in Germania – finora gli attentati sono stati quasi inesistenti? Rispondo spesso a questo interrogativo intervistato da media stranieri, specializzati e no, e propongo tre diverse spiegazioni. Primo: per ragioni in parte casuali (ma in parte no) in Italia sono poche le banlieue etnicamente e religiosamente omogenee. Non ci sono i Londonistan dove l’islam governa i quartieri, ma gli immigrati musulmani coesistono con altri cinesi, peruviani o romeni nelle stesse strade e spesso nelle stesse case. Secondo: checché se ne dica, le nostre forze dell’ordine sono più efficienti di altre, perché non si affidano prevalentemente all’elettronica ma a un controllo del territorio percorso e ripercorso, isolato per isolato, con le orecchie aperte e gli informatori giusti.
Il dialogo e la tolleranza non basteranno
di Matthew Schmitz
C’è voluto un africano per dirlo. Mentre altri ripetevano i soliti luoghi comuni in risposta all’omicidio di padre Jacques Hamel, il cardinale Robert Sarah, un uomo della Guinea, ha gridato: “Quanti morti seriranno prima che i governi europei comprendano la situazione dell’Occidente di oggi?”. Forse la ragione sta nel fatto che lui non è un europeo.
“Sarà una fase lunga e dolorosa”
di Guillaume Goubert
Non c’è un’unica risposta a questa minaccia terroristica, né una risposta nell'immediato. Mi preoccupano però le risposte avanzate dagli esponenti della classe politica francese, che vogliono far credere di possedere le soluzioni per risolvere il problema del terrorismo in poco tempo. Purtroppo non è così. Siamo entrati in una fase che sarà lunga e dolorosa, che richiederà un grande lavoro a livello istituzionale. All’interno di ogni stato va corretto il dispositivo di sicurezza e aggiustato il dispositivo legislativo per rispondere alla minaccia terroristica. Tutti gli attori hanno una responsabilità, anche i semplici cittadini
Il fallimento della laïcité
di Franco Garelli
La questione di fondo è che non bisogna farsi prendere dalla voglia di rispondere sulla stessa lunghezza d’onda di quanto fatto dai terroristi in Francia. Mi sembra che si stia applicando all’Europa una dinamica che in Africa, ad esempio, è conosciuta da tempo. Quanto alla posizione della Chiesa, dobbiamo tenere presente che vi sono chiare riserve, a cominciare da una cultura religiosa imbastita sul concetto di misericordia. La reale questione è comprendere se si è lavorato a sufficienza sul terreno della prevenzione, e non mi riferisco unicamente alle misure di sicurezza
Riarmare moralmente l’occidente
di Ludovine de La Rochère
Oggi in Francia, e più in generale in Europa, mancano tre atti che ritengo necessari. Il primo è studiare diligentemente la maniera in cui gli altri paesi che hanno avuto a che fare con questo tipo di terrorismo hanno reagito. Il secondo è applicare una volta per tutte le leggi antiterroristiche che già esistono nell’ordinamento giuridico, invece di reclamarne di nuove e perdere ore e ore in dibattiti inutili – si pensi solo alla questione della revoca della nazionalità che ha fatto perdere un mese intero alla Francia, quando la legge francese già permette di togliere la nazionalità alle persone con la doppia cittadinanza condannate per terrorismo.
L’integrazione sempre più difficile
di Samir Khalil Samir S.I.
Purtroppo l’islam fa fatica a integrarsi perché ha una cultura in molti punti opposta a quella attuale dell’occidente. Dal punto di vista religioso, sociale, dei rapporti uomo-donna, in rapporto al mangiare… è un sistema completo. Che la religione sia diversa, questo non è un problema. Ma il fatto è che nell’islam la religione è legata a un sistema politico, sociale, culturale, storico, di costume, che influenza tutto: il vestire, il dar la mano a uno o all’altra, le relazioni sociali.
Rivedere una politica insensata
di Padre Toufic Eïd
Faccio le mie condoglianze alla Chiesa e a tutti i francesi, sono sconvolto. Noi purtroppo avevamo avvisato i francesi che si sarebbe arrivati a questo punto. In questo momento i cattolici devono restare forti nella fede ma anche nella verità. Devono chiedere allo stato non solo di eliminare questi terroristi, ma anche di andare alla radice di questo terrorismo. La polizia non basta, la politica francese deve fare i conti con se stessa e rivedere quanto fatto negli ultimi anni. Queste hanno portato all’esodo migratorio dei siriani in Europa.