I cattolici praticanti devono essere autorizzati a difendersi
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L’anno scorso chiesi il porto d’armi e in questura mi seppellirono di scartoffie e di richieste di requisiti: avendo anche altro da fare nella vita dovetti lasciar perdere.
di Camillo Langone | 27 Luglio 2016 ore 06:15 Foglio
Che i cattolici praticanti (i cattolici non praticanti manco il diavolo se li piglia) siano riconosciuti dal ministero dell’Interno categoria a rischio e godano di una corsia preferenziale per il rilascio del porto d’armi. L’anno scorso chiesi il porto d’armi e in questura mi seppellirono di scartoffie e di richieste di requisiti: avendo anche altro da fare nella vita dovetti lasciar perdere.
Dopo Saint-Etienne-du-Rouvray, dopo che i maomettani coerenti ossia guerreschi hanno cominciato a insanguinare anche in Europa la celebrazione della messa, questo non deve più succedere: la minoranza perseguitata dei cattolici praticanti dev’essere autorizzata a difendersi, magari con armi non letali come le Taser, le pistole elettriche. Perché Allah sarà pure grande, ma Ampère, Volta e Watt lo sono ancora di più.
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