“Scuse ai gay? Dio ci salvi dal politicamente corretto”, dice il card. Napier
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Il porporato sudafricano risponde via Twitter al tedesco Marx
di Matteo Matzuzzi | 2.7. 2016 ore 06:22
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Roma. Ancora prima che lo dicesse il Papa rispondendo a una domanda rivoltagli a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dall’Armenia, era stato il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della conferenza episcopale tedesca e stretto collaboratore sul fronte finanziario di Francesco – è coordinatore del Consiglio per l’economia – a sostenere l’esigenza di “chiedere scusa ai gay” (Francesco, nella sua risposta, aveva aggiunto anche “ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro”). Il porporato bavarese era intervenuto a una conferenza organizzata presso il Trinity College di Dublino, in Irlanda. In quell’occasione aveva detto che “la storia degli omosessuali nelle nostre società è stata molto negativa, poiché abbiamo fatto molto per marginalizzarli”. Ecco perché “come chiesa e come società dobbiamo dire ‘mi dispiace, mi dispiace’”.
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Il cardinale Maradiaga: "Sì, in Vaticano c'è una lobby gay, l'ha detto il Papa" A giudizio di Marx, “dobbiamo rispettare le decisioni delle persone. Dobbiamo rispettarle, dissi nel primo Sinodo sulla famiglia, e alcuni rimasero scioccati. Ma io credo sia normale. Non si può affermare che una relazione tra un uomo e un uomo che sono reciprocamente fedeli non rappresenta nulla, che non ha valore”. Il cardinale tedesco si è smarcato persino da quanto sostenne, un anno fa, il cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, all’indomani dell’approvazione tramite referendum delle nozze omosessuali in Irlanda. Parolin parlò di “sconfitta per l’umanità” e oggi Marx preferisce far cadere la questione: “Non commento gli altri, perché non è buona cosa”. A ogni modo, “lo stato secolare deve regolare le relazioni tra omosessuali e noi come chiesa non possiamo avere una posizione contraria”, anche se – ammette – “il matrimonio è un’altra cosa”.
“Dio c’aiuti!”, ha twittato subito il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo sudafricano di Durban, a chi gli chiedeva conto sul social network delle affermazioni del confratello tedesco: “La prossima volta dovremo chiedere scusa per aver insegnato che l’adulterio è un peccato! Il politicamente corretto è la più grande eresia di oggi”, ha scritto Napier. Quest’ultimo, francescano con fama tutt’altro che da conservatore – prima del Sinodo straordinario del 2014 era annoverato tra i cosiddetti progressisti, stando alle riduttive categorie mediatiche – era stato colui che dinanzi ai giornalisti aveva detto che la relatio post disceptationem letta in Aula dal cardinale ungherese Péter Erdo era in realtà stata scritta da Bruno Forte e che “non corrispondeva alla realtà” del dibattito che s’era effettivamente svolto.
Domenica sera, parlando con i giornalisi al suo seguito, Francesco era tornato sul tema: “Io ripeterò la stessa cosa che ho detto nel primo viaggio (sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, nel 2013, ndr) e ripeto anche quello che dice il Catechismo della chiesa cattolica: che non vanno discriminati, che devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Si possono condannare, non per motivi ideologici, ma per motivi – diciamo – di comportamento politico, certe manifestazioni un po’ troppo offensive per gli altri. Ma queste cose non c’entrano con il problema: se il problema è una persona che ha quella condizione, che ha buona volontà e che cerca Dio, chi siamo noi per giudicarla? Dobbiamo accompagnare bene, secondo quello che dice il Catechismo. E’ chiaro il Catechismo!”. Niente di nuovo, dunque, se non la conferma di quel che è sempre stato. Il Papa ha però aggiunto una frase, che poca eco ha avuto: “La Chiesa deve chiedere scusa di non essersi comportata” bene “tante, tante volte, e quando dico chiesa intendo i cristiani. La chiesa è santa, i peccatori siamo noi”.
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Commenti
Giorgio Salzano •
Tralascio considerazioni di tipo strategico, sulle motivazioni che possono aver portato il porporato tedesco alle sue esternazioni, per non parlare del papa argentino (ma a quel che pare culturalmente legato ai tedeschi), e pongo una domanda dottrinale semplice semplice: è legittimo dire che l'omosessualità rappresenta un disordine oggettivo della personalità, a prescindere da come essa venga affettivamente vissuta? Questo era certamente il parere di san Paolo, e al suo seguito dell'intera tradizione cristiana, che, Dante insegna, la vedeva come un peccato contro natura. O dobbiamo dire che san Paolo è superato? Ma se san Paolo è in questo superato, che cosa resta di quella tradizione. Mi si dirà, resta l'amore e la benevolenza universale. Vero, ma sarà questo amore lo stesso principio ordinatore, "cosmico", di cui parla la tradizione? Quando insegnavo a scuola, affrontavo il problema della omosessualità a partire da quel che c'è di vero nella teoria del gender (allora non ancora di moda). Dicevo che l'appropriazione del proprio essere corporeo, e quindi sessualmente caratterizzati, non è per gli uomini qualcosa di automatico, ma si compie nel corso del processo formativo; può succedere perciò che l'identificazione con la propria costituzione biologica, e le sue naturali propensioni sessuali, venga a mancare. Si determina così una disarmonia tra spirito e corpo: ecco, così dicevo, una disarmonia, ovvero un disordine. L'ordine cosmico dell'amore, opera di Dio Creatore - insegna san Paolo - era stato guastato dal peccato, che aveva introdotto disarmonia tra spirito e corpo, così che gli uomini cercano gli uomini e le donne cercano le donne; ma Dio stesso è intervenuto come Salvatore per restaurarlo. Tralasciamo questo insegnamento, e non resta che un amore "acosmico": rispetto al quale il mondo naturale si presenta gnosticamente come il prodotto di un malvagio demiurgo o di una indifferente evoluzione. La compassione dovuta a chi soffre una condizione forse invincibile di disordine psicologico, non può diventare motivo di un cotale disordine dottrinale. W i prelati africani!
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Mario Mauro Giorgio Salzano • 9 ore fa
E avrebbe potuto anche citare il meccanismo evolutivo della specie, che per me convive benissimo con l'ordine cosmico voluto da Dio.
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Lorenzo Lodigiani Giorgio Salzano • un giorno fa
Dire che l'omosessualita' e' disordine della personalita' e', scientificamente, comparabile ad una bestemmia.
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Giorgio Salzano Lorenzo Lodigiani • 11 ore fa
Mah! Se è una bestemmia per la conclamata scienza, ce ne faremo una ragione.
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Mario Mauro Giorgio Salzano • 5 ore fa
Non c'è motivo di farsene una ragione, caro Salzano, e se disqus recupera ciò che avevo scritto stamattina vedrà perchè.
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venzan • 2 giorni fa
Chiedere scusa ai gay vuol dire avallare la sodomia, che nella fede cristiana è sempre stata un grave peccato. Questo papa è sconcertante, incomprensibile,
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luca sorrentino •
Si diceva "senatores boni viri, senatus mala bestia" e ci siamo perchè il senato è il risultato collettivo di tutti i senatori, chè la loro imperfezione non puó manifestarsi che nella gigantografia dell'insieme, ma per la Chiesa sembre -a a dire del porporato- diverso, la Chiesa è santa mentre i cristiani singolarmente sono demoni.una Chiesa senza Cristiani non esiste,, perció la Chiesa militante non è nè santa nè dannata, é la rete che trascina pesci buoni e vecchi scarponi, i buoni pregano perchè anche i tristi entrino nel regno dei cieli, ma se non si trova che un pesce grande tragugi anche uno scarpone avverrá sempre che al momento della cernita i pesci buoni saranno mangiati e gli scarponi saranno rigettati in mare con tutte le loro stole, zecchetti e e mitrie sentendosi dire: andate via da me, non vi conosco!"
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Gianni M. •
Il card. Napier e il card. Sarah sono emersi come le figure più lucide e - soprattutto - più coraggiose della Chiesa mondiale, disposte a mettere il Vangelo prima dei calcoli politici (ed economici: vero, epsicopato tedesco?).
Verrà presto il giorno, come nella vecchia canzone dei Pitura freska, di un "Papa nero"?
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Mario Mauro • 3 giorni fa
Non so se sia corretto ricordarlo ma una volta quando si voleva definire un comportamento ambiguo, ipocrita, si usava il termine "gesuitico".
Con tutto il rispetto per le massime autorità della Chiesa, il connubio tra gesuitismo e politicamente corretto appare sempre più vispo.
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Maria Mario Mauro • un giorno fa
Caro Mario non volevo intervenire ma data la gravissima situazione in Israele la definizione di gesuita per ipocrita e in disuso mentre quello di fariseo e rimasta ancorata non solo nel cristianesimo e nelle omelie della chiesa bensi nel mondo politico e bancario. I farisei nei vangeli sono considerati corrotti e ipocriti e costoro sono gli antenati dei rabbini. Maria
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Mario Mauro Maria • un giorno fa
Cara Maria, a me sembra che l'uso del termine fariseo, per come è entrato nell'uso comune, specie se usato senza malizia e senza intenzionalmente voler offendere il popolo ebraico, come credo sia nella maggioranza dei casi, non dovrebbe infastidirla più di tanto.
Ci sono, purtroppo ben altre e più gravi manifestazioni di antisemitismo, a causa sopratutto dell'irrazionale sviscerato amore delle sinistre europee per l'islam che mi rendo conto possono offenderLa.
E' per ben altri motivi che questo non è un momento facile per il, immagino,
Suo popolo. Non certo il primo.
Cordialità
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Moreno Lupi Mario Mauro • 2 giorni fa
Caro Mario, è corretto, è corretto. Ma poiché il gesuita è, in fondo, un relativista della convenienza pro se, accade pure che chieda scusa ai gay. Tanto, se girasse il vento, il gesuita proclamerebbe che il suo era solo un messaggio d'amore cristiano. Già, l'amore! Agnus qui tollit peccata omnia mundi.
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Mario Mauro Moreno Lupi • 2 giorni fa
A me sembra che l'amore cristiano non sia più quello che move il sole e l'altre stelle, sponsorizzato, chiedendogli perdono per il termine usato, da nostro padre Dante e dalla ragione medievale. E' forse un suo lontano nipote facente funzione, manco dirlo progressista, e piuttosto pretenzioso in equità e solidarietà; in una parola non è il massimo della simpatia.
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Psilax Mario Mauro • un giorno fa
Il peccato che causò la rovina di Sodoma sommersa da ignisulfurea pluvia per la sacra cupiditas ulciscendae iniuriae, dopo l'oltraggio belluino degli abitanti che avevano osato di stuprare persino gli angeli ospiti, è diventato oggi lifestyle, con i suoi corollari di uteri & ovuli in affitto e diritti di proprietà su terzi innocenti considerati come oggetti e non come fini, nella loro umanità senza voce, infanzia infamata alla faccia di tutti gli ipocriti proclami usuali delle false coscienze sozzo-piccolo-borghesi. Ma non occorre evocare gesuitiche causidicità per decodificare il messaggio di papa Francesco, che invero è semplice assai: "se il problema è una persona che ha quella condizione, che ha buona volontà e che cerca Dio, chi siamo noi per giudicarla? " . L'accento va posto sulla "buona volontà" e sul "cercare Dio", non su un inesistente perdono a priori, come altresì ha voluto mistificare la propaganda pelosa del politically correct à l'arc en ciel. Improbabile che siano le dark room il luogo deputato alla mistica ricerca...
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Lorenzo Lodigiani Psilax • 6 ore fa
Caro Psilax, Il latino e' una lingua bellissima. Conoscerla costituisce una ricchezza. Infarcirne le frasi nel tentativo di dare ad esse maggiore autorevolezza evoca soltanto don Abbondio.