Convertire gli islamici
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Il cardinale Koch rompe uno dei più delicati (e criticati) tabù della chiesa contemporanea
Kurt Koch
di Matteo Matzuzzi | 28 Maggio 2016 ore 06:14 Foglio
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Roma. “Noi abbiamo la missione di convertire tutti quanti appartengono a religioni non cristiane. E ciò che è importante per noi è farlo con una testimonianza credibile e senza alcun proselitismo”. Intervenendo a un convegno interreligioso ospitato dal Woolf Institute dell’Università di Cambridge, il cardinale svizzero Kurt Koch, attuale presidente del Pontificio consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, include tra coloro che vanno convertiti anche i musulmani, compresi i miliziani jihadisti: “Dobbiamo soprattutto convertire loro, che usano la violenza”, perché “quando una religione usa la violenza per convertire gli altri questo è un abuso della religione”. Una missione che, però, non si applica a tutti: gli ebrei, infatti, sono esclusi dalla missione. “E’ chiaro – ha spiegato a tal proposito Koch – che rappresentiamo due religioni diverse, ma siamo la stessa famiglia. Abbiamo le stesse radici e in questo senso la riconciliazione tra chiesa e sinagoga, tra ebraismo e cristianesimo è una grande sfida per la chiesa”. Richiesto di spiegare meglio il concetto e soprattutto la differenza ben sottolineata nel suo discorso – sì alla conversione dei musulmani, no a quella degli ebrei – il porporato scelto da Benedetto XVI per succedere a Walter Kasper e confermato da Francesco ha osservato che “molto chiaramente noi possiamo parlare di tre religioni abramitiche ma non possiamo dire che la visione di Abramo nella tradizione ebraica e cristiana e in quella islamica sia la stessa. In questo senso – ha chiosato – abbiamo solo con gli ebrei questa speciale relazione, che invece non abbiamo con l’islam”.
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Koch ha sdoganato un tema che negli anni, complice la recrudescenza fondamentalista nell’islam, ha assunto per la chiesa i crismi del tabù. Una fotografia eloquente di tale situazione fu offerta dal Sinodo sull’evangelizzazione del 2012, quando il tema della conversione dei fedeli musulmani fu toccato in assemblea, ma senza che la questione riscuotesse troppa attenzione all’esterno. Il tema era (ed è) assai delicato, il rischio è di trasmettere la percezione che dietro la conversione si nasconda la volontà di fare proselitismo, soprattutto in questa particolare fase storica. Ma le conversioni ci sono, anche se non se ne dà risonanza. In Africa soprattutto (Maghreb incluso), ma anche nel vicino e medio oriente e in Europa. Un esempio riguardo al “metodo” lo offrì il patriarca di Antiochia dei maroniti, Béchara Boutros Raï (creato cardinale l’anno successivo), quando osservò che “l’evangelizzazione nei paesi arabi è messa in atto in modo indiretto, all’interno delle scuole cattoliche, delle università, degli ospedali e degli istituti appartenenti alle diocesi e agli ordini religiosi aperti sia ai cristiani che ai musulmani”. “L’evangelizzazione indiretta – aggiunse Raï – è praticata soprattutto tramite i mezzi di comunicazione sociale, in particolare quelli cattolici che trasmettono le celebrazioni liturgiche e vari programmi religiosi. Constatiamo tra i musulmani conversioni segrete al cristianesimo”.
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Commenti
luca sorrentino • 3 ore fa
Il dio degli eserciti e il Dio Emmanuel sono la stessa cosa? Sicuramente, se si intendono gli eserciti celesti, quelli che Gesú dice di poter invocare dal Padre in suo aiuto e non fa, perchè quel Dio è Divenuto Dio con Noi e non Dio per noi. Le tre religioni abramitiche hanno lo stesso padre ma in tutte le famiglie i figli litigano per l'ereditá. I figli piú audaci sono quelli pronti a commettere ingiustizia contro il piú debole, ma è il piú debole che alla fine viene incoronato re, perchè cosí è piaciuto al Padre. Non è necessario convertire gli ebrei, perchè essi sono stati fagocitati dal cristianesimo, ma l'ebraismo vomitato dal cristianesimo è divenuto islamismo. il Cristianesimo è venuto a liberarci dalla Legge di Mosè perfezionata nella Charitá e il Figlio ha rivelato agli uomini la Legge del Padre, che è l'amore. Alla luce del cristianesimo tutte le altre religioni sono superstizioni, Non riusciremo mai ad apprezzare la libertá dei figli se non quando ricadremo nella schiavitú delle prescrizioni levitiche e coraniche, non mangeremo maiale, non berremo vino, digiuneremo fino allo svenimento, sopporteremo la tirannia del rito, civile e religioso.. I principi di questo mondo godono a proteggere il rito, che è il "ratus", quello che tutti credono e soprattutto il loro diktat. Cessata la ubriacatura ideologica quale miglior mistura che ubriacarsi con l'aceto delle religioni, ma Gesú sulla croce rifiutó quella spugna imbevuta dell'aceto della sinagoga, offerta dal centurione.