Il dottor Nardi rinuncia alla pensione e prosegue per altri 2 anni: “La vera rivoluzione sarebbe togliere la burocrazia e darci più tempo per visitare”

Se “Non possiamo perdere 30 minuiti per fare un piano terapeutico – conclude -. Il medico deve avere il tempo di visitare accuratamente i propri pazienti e poter parlare con loro

23.5.2023 ANDREA BERTON QDPNEWS.it lettura3’

È stata molto apprezzata la decisione del dottor Giampaolo Nardi, medico di Medicina Generale di Valdobbiadene, che rinvierà la pensione per proseguire la sua attività di medico di famiglia per altri due anni.

Nardi fornirà ancora per un po’ di tempo il suo prezioso contributo in questo periodo di carenza di medici di famiglia anche nell’Alta Marca Trevigiana.

“Per me un medico che va in pensione dopo anni di lavoro è un bene che si perde per la comunità – commenta il medico valdobbiadenese -, in primis per la salute dei pazienti e poi anche per il patrimonio incalcolabile di conoscenze legate alla storia dei singoli pazienti. A giugno compirò 70 anni, ma riesco ancora a gestire senza problemi i miei pazienti visto che ne ho ‘solo’ 1200 e li conosco bene. Se ne avessi avuti 1500 o 1800, invece, sarei andato subito in pensione perché diventa complicato rispondere a tutte le richieste e organizzare gli appuntamenti”.

“Secondo me – continua -, in alcuni casi non bisognerebbe mettere un obbligo alla pensione: per quanto mi riguarda si parla di un’esperienza che rende più facile la prosecuzione. È da un anno che i miei pazienti mi stanno dietro e io ho deciso di assisterli ancora per un po’. Per me quello che abbiamo vissuto nella professione dei medici di famiglia è vecchio: serve una ristrutturazione della Medicina Generale. Noi medici siamo formati per visitare non per far carte e, secondo il mio parare, il futuro deve essere di pochi medici nelle case della salute, aiutati da infermieri e segretari che si occupano degli appuntamenti e della burocrazia”.

“Non possiamo perdere 30 minuiti per fare un piano terapeutico – conclude -. Il medico deve avere il tempo di visitare accuratamente i propri pazienti e poter parlare con loro: questa è la vera rivoluzione. So che anche la nostra azienda sanitaria locale sta andando in questa direzione, altrimenti le conseguenze saranno, e sono già in alcuni casi, davvero drammatiche”.

“Ringrazio il dottor Giampaolo Nardi – ha affermato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – per una scelta che testimonia il suo amore per la medicina e la sua attenzione umana verso i pazienti. La scelta di andare in pensione è personale e non sindacabile, ma gesti come quello del dottor Nardi sono preziosi, sia sul piano umano che su quello professionale, oltre che per fronteggiare una situazione di organico difficile che stiamo affrontando, ma che richiede tempo”.

“Un tempo – continua Zaia – nel corso del quale bravi ed esperti medici che decidono di prolungare la loro missione sanitaria sono un grande aiuto e un esempio di dedizione, soprattutto verso i loro pazienti. Assistiamo tutti i giorni a medici ospedalieri che, all’atto della pensione, lasciano l’impiego pubblico per essere assoldati all’indomani dalla sanità privata. Su questo sono numerose le proteste arrivate dai cittadini, anche in questi giorni. Bene quindi che anche i medici di medicina generale, come il dottor Nardi, possano effettuare la scelta di restare in servizio anche maturata la possibilità di accedere alla pensione”.

“Si tratta di una sua scelta dettata, in questo come in molti altri casi, anche l’attaccamento ai suoi pazienti – conclude – e le cronache raccontano che la soddisfazione è reciproca, soprattutto da parte degli anziani, che sono i pazienti più fragili e più sensibili anche al rapporto umano con il proprio medico di famiglia. Più in generale stiamo incentivando al massimo i corsi di formazione per i giovani medici, anche con 8,5 milioni di euro da destinare alla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica per la Formazione Specifica in Medicina Generale, dei quali 830 mila euro servono a pagare 66 borse di studio aggiuntive alle 240 già finanziate con lo scopo sempre di far fronte alla carenza di MMG”.

Il presidente Zaia ha spiegato che nel mese di luglio dell’anno scorso erano stati conferiti incarichi di medicina generale già a 170 giovani medici e a ottobre 209 delle 586 posizioni scoperte erano state risolte grazie a incarichi assegnati ai corsisti.

(Foto: per concessione del dottor Giampaolo Nardi).

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