La sinistra del Pd vuol fare come Bertinotti

Partito di rifondazione comunista, incomincia uno stillicidio contro il governo Prodi, di cui pur fa parte, fino a farlo cadere,

 di Carlo Valentini Italia Oggi 26.1.2016

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Nel 2007 Fausto Bertinotti, a capo del Prc, Partito di rifondazione comunista, incomincia uno stillicidio contro il governo Prodi, di cui pur fa parte, fino a farlo cadere, anche se formalmente è Clemente Mastella (che guidava la centrista Udeur) a dare il colpo di grazia. Quell'incapacità di supportare le scelte del governo e al tempo stesso incalzarlo dall'interno, di porre persone capaci in alcuni posti chiave, di lavorare non per indebolire ma per spostare a sinistra l'asse del governo provocarono le elezioni e la peggiore iattura dal punto di vista della sinistra, la vittoria di Silvio Berlusconi. E in più la scomparsa elettorale (ma non solo) del partito di Bertinotti e di tutta la piccola costellazione della sinistra radicale.

Da Prodi a Matteo Renzi. Le condizioni sono ovviamente diverse. Renzi è anche segretario del Pd, la sua compagine è più omogenea e si può permettere un certo decisionismo riformatore, il centrodestra non ha un leader da contrapporgli, l'ingerenza della Chiesa (furono epici gli scontri tra Prodi e il cardinale Camillo Ruini) nelle vicende politiche è meno marcata. Ma la sinistra sta indebolendo Renzi così come fece con Prodi.

Pippo Civati, Stefano Fassina, Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani avrebbero potuto, se coalizzati, incidere sulla politica del Pd (e sulla sua organizzazione) e di conseguenza sul governo. La persona sola al comando c'è se lo si lascia in fuga da solo. Altrimenti, per vincere, si deve fare gioco di squadra. Invece Civati e Fassina hanno rincorso il proprio ego politico, rompendo quel formidabile fronte interno che avrebbe potuto tirare la fune. Non solo. La sinistra radicale, pur spezzettata, si appresta a fare di tutto per colpire il Pd alle prossime amministrative (e poi alle politiche).

Certo, Renzi non è uomo del dialogo a sinistra. Ma proprio per questo andrebbe provocato, da sinistra, in modo costruttivo. Che senso ha rinfacciargli il gentlemen's agreement con Denis Verdini quando ogni giorno Nichi Vendola & Co. lo colpiscono a pallettoni e fanno mancare i voti in parlamento? Berlusconi ringraziò Bertinotti, il killer di Prodi. Chi saranno i killer a sinistra di Renzi che Grillo e Salvini dovranno ringraziare?

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