Berlusconi rinvia per non finire ko

Se dipendesse da lui, le candidature a sindaco sarebbero state decise nei capoluoghi

 di Marco Bertoncini Italiaoggi 9.1.2016

Se dipendesse da lui, le candidature a sindaco sarebbero state decise nei capoluoghi. Invece, diversamente dal passato, Silvio Berlusconi, costretto a dipendere dalle bizze, dagli umori e dalle pretese degli alleati, deve rinviare le scelte. Soltanto attraverso lo scorrere del tempo spera si possano individuare candidati che ritiene potabili: in primis, Alfio Marchini a Roma.

Nemmeno la fine delle ferie natalizie fa compiere passi avanti decisivi. Si prevede una riunione di delegati la prossima settimana: semplici delegati, non plenipotenziari. A infastidire il Cav è altresì la prefigurazione di queste trattative come una sgradita anteprima di quelle che potrebbero rivelarsi le intese per le politiche. Già oggi deve subire, preferendo rinviare piuttosto che finire schiacciato. Che ne sarà quando con i coalizzati dibatterà sul listone voluto dall'italicum?

Un problema non insignificante è l'apertura verso il centro. Stesse per Berlusconi e per vari suoi uomini (ammesso che i pareri di questi ultimi contino qualcosa), bisognerebbe trovare candidati civici e tentare accordi con dissidenti già forzisti. Il problema Milano parla da sé. Come ha rilevato Vittorio Feltri intervistato da ItaliaOggi, Giuseppe Sala attrae molti, troppi voti della «buona borghesia» meneghina. Recuperare il seguito centrista (Ncd e Udc oltre il 5% alle europee), legato a personaggi quali Maurizio Lupi e Roberto Formigoni, sarebbe una condizione, non sufficiente, per recuperare. Salvini non ne vuol sapere.

A peggiorare le previsioni c'è l'assenza del candidato. A questo punto, il gioco del rinvio, a malincuore avviato dal Cav, prevede di aspettare le primarie del centro-sinistra, nella debolissima speranza che non le vinca Sala.

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