Renzi è ora costretto in posizione di difesa

A Montecitorio prima, a palazzo Madama poi, è apparso ben lontano dai tempi delle facili affabulazioni annuncianti mirabilia da attuarsi in tempi ravvicinati.

 di Marco Bertoncini Italia Oggi 17.12.2015

Il presidente del consiglio si trova in un'insolita posizione di difesa. Anche ieri, a Montecitorio prima, a palazzo Madama poi, è apparso ben lontano dai tempi delle facili affabulazioni annuncianti mirabilia da attuarsi in tempi ravvicinati. Nell'esteso panorama di attività svolte e di impegni prossimi, rientra ovviamente la politica estera. È un settore nel quale Renzi non trova sintonia con almeno parte dei milioni di elettori nel centrodestra che invece vorrebbe convincere, con lenti avvicinamenti, fino al voto politico.

Finora il presidente del consiglio si è rivolto con vividi segnali a questo vasto mondo: basta citare il comportamento irridente ostentato con i vertici sindacali per coglierne la potenziale rilevanza su cittadini estranei al centro-sinistra. Tuttavia su temi come i migranti, il terrorismo, la sicurezza, Renzi non ha mai agito in modo tale da attrarre simpatie, nemmeno in minima misura. Indubbiamente la pressione dei leghisti è così accentuata da rendere difficile venire incontro a richieste forti e nette. Tuttavia quanto Renzi offre è totalmente inappagante. Sui clandestini procede negli attacchi all'Europa: resta, come sempre, alle parole. I fatti consistono nella crescita degli arrivi, senza alcuno smistamento dei profughi (e dei clandestini) in altri Paesi. L'accusa europea di mancata identificazione dei migranti attesta la voluta insufficienza italiana nel far fronte al problema.

C'è l'invio di alcune centinaia di militari a difesa della diga di Mosul. Viene percepito come una foglia di fico rispetto a esigenze avvertite ben più pregnanti. Da destra si vorrebbero reazioni molto più consistenti, ma chiaramente non le può concedere un dichiarato e convinto seguace di Giorgio La Pira.

Categoria Italia

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