Parlando di "follia jihadista" l'occidente costruisce la propria sconfitta

Qualche giornalista parlerà di "malvagità jihadista"? O cederemo tutti alla comoda tentazione della rimozione? Ci trincereremo dietro un dito per non vedere che si tratta di libera e volontaria scelta del male

di Antonio Gurrado | 14 Novembre 2015 ore 11:02

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All'ennesimo giornalista che parla di "follia jihadista" commentando gli attentati di Parigi si capisce con quanta meticolosità l'Occidente stia costruendo la propria sconfitta. Siamo (ma presto saremo stati) una civiltà incapace di trovare una giustificazione al male se non ricorrendo alla psicologia, a trame intime degli individui la cui ricerca ossessiva e ombelicale ci impedisce di comprendere e valutare seriamente le ragioni della politica e soprattutto della religione, che muovono gli islamici in modo più vigoroso e convincente di quanto possa mai fare un raptus collettivo. Equipariamo l'attacco su vasta scala dell'Islam all'Occidente alle occasionali esplosioni di malvagità dei vicini di casa che sterminano la famiglia nonostante che tutti li ritengano brave persone. Riteniamo inspiegabili razionalmente questi eventi perché ci spaventano; sono la testimonianza della presenza concreta del male nel mondo e nell'uomo e allora, non potendo negarli, li nebulizziamo nelle tortuosità psichiche. Lo stesso ci è capitato dopo il disastro Germanwings, quando si parlò di gesto suicida di un folle per evitare di ammettere che il pilota tedesco avesse deliberatamente deciso di ammazzare centocinquanta persone e che quindi, più che folle, andava considerato malvagio.

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Qualche giornalista parlerà di "malvagità jihadista"? O cederemo tutti alla comoda tentazione della rimozione? Ci trincereremo dietro un dito per non vedere che si tratta di libera e volontaria scelta del male, che come tale va affrontata e punita, e faremo finta di non accorgerci che i terroristi hanno colpito stadi, ristoranti, teatri ovvero i luoghi dell'intrattenimento che caratterizza la cultura occidentale degli ultimi cent'anni. Hanno colpito i luoghi cardine della rimozione, quelli in cui andiamo per dimenticare che la stessa possibilità di andarci è costata secoli di sangue, così che oggi li diamo per scontati; non li riteniamo più appannaggio della nostra civiltà (presto ex civiltà) e non capiamo più che la libertà di andare allo stadio o al ristorante o al teatro è un bottino di guerra. I combattenti islamici invece lo capiscono benissimo; il fatto che abbiano colpito lì dimostra che sono tutt'altro che folli, quindi continueranno a distruggerci con lucidità mentre noi li considereremo con la commiserazione degli ingenui, degli insipienti, degli imbecilli. Possiamo restare tranquilli; perderemo.

Questo post è comparso anche sul blog di Antonio Gurrado, Candido

Categoria Estero

Commenti

1-      Gianni Rapetti • 2 ore fa

Molti giornalisti, molti politici (sinistroidi), molti musulmani cosiddetti "moderati", perfino alcuni chierici cristiani parleranno di "compagni che sbagliano". Mi viene già il voltastomaco.

2-      Fabrizia Lucato • 2 ore fa

Che si tratti di marxismo, fascismo, nazismo, sono le idee nelle teste degli uomini che li fanno agire. Oggi, purtroppo, sono in giro tante teste piene di questa pacifica versione salafista dell'Islam. E noi dipendiamo dai Sauditi per il petrolio. E boicottiamo eroicamente Israele.

  

3-      Giuseppe • 2 ore fa

Francamente: questi articoletti disfattisti ("l'Occidente che sta costruendo la sua sconfitta", "Perderemo") non li sopporto più. Nel loro sfoggiato e un po' compiaciuto decadentismo sono, tutto sommato, l'altra faccia della consumata medaglia

è-sempre-tutta-colpa-dell'Occidente. Intravedo il sorriso dell'islamista che li legge.

In realtà la storia è aperta, la storia è sempre aperta fino al suo compiersi, e tutta la storia ci dice che l'uomo bianco occidentale, quando è attaccato, sa essere molto, molto cattivo.

4-      Malossi Alberto • 3 ore fa

Mentre gli sterminatori bussano alla porta c’è la teoria-industria del gender che seguita a scalciare contro le istituzioni matrimoniali e mette le mani addosso

all’educazione dei bambini. C’è l’intellighenzia annoiata che seguita a

smontare l’alleanza uomo-donna. C’è lo spirito del commercio e del denaro che

seguita a premiare tutte le sfumature della lussuria, l’eugenetica, l’omicidio

in pancia, la merce dell’indifferenziazione sessuale. Infine ci sono loro, i

predicatori di dolce niente, dolce morte, dolce pacifismo, dolce animalismo… a

ricordarci la straordinaria ondata di scientismo e tenerume sentimentale che

ricopre la faccia dell’Europa così come la ricopriva negli anni Venti e Trenta

del secolo scorso – basti rileggere Chesterton, Péguy, Arendt – prima di andare

a schiantarsi nelle carneficine della guerra e volgere nel terrore delle idee

assassine.

È tipico della storia europea. Scienziati, intellettuali, complesso industriale, informazione. Sono stati i primi a capitolare davanti a comunismo e nazismo. E potrebbe riaccadere oggi. Oggi che il “politicamente corretto” si affida alla Diplomazia per combattere la ferocia jihadista. E al Diritto ritorto in ideologia per

mettere a tacere il dissenso interno. Potrebbe riaccadere se… se gli uomini

liberi non si prendono la responsabilità di tornare a giudicare, agire,

sacrificarsi, resistere. “Resistere” a che?.

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