Gli esodati dal Pd sono una minaccia per Bersani
- Dettagli
- Categoria: Italia
Il dinamismo dei dissidenti democratici fuoriusciti ha indebolito Pier Luigi Bersani e, con lui, il fronte degli oppositori.
di Marco Bertoncini Italia Oggi 10.11.2015
Il dinamismo dei dissidenti democratici fuoriusciti ha indebolito Pier Luigi Bersani e, con lui, il fronte degli oppositori. Non a caso sono diverse le voci levatesi, dagli antirenziani rimasti nel Pd, contro l'abbandono del partito. Infatti, chi se ne va toglie forza agli oppositori che restano, mentre sul piano politico favorisce il rafforzarsi dell'ipotetico Partito della nazione. Non solo.
Per un pompato riflesso dell'adunata bolognese, si è accentuato il distacco fra il centrodestra e i centristi, sicché, questi ultimi, sono e si dicono sempre più abbarbicati al presidente del consiglio. È l'esatto opposto di quel che vorrebbero le sinistre interne: come annunciato da Francesco Boccia, l'auspicio sarebbe mandare a casa al più presto Alfano & C. La prospettiva, per alcuni, sarebbe ulivista: tale progetto, del resto, è stato indicato anche da alcuni che si sono ora accasati presso «Sinistra italiana». Altri guardano al M5s, pensando che il bruciante ricordo del fallimento di Bersani nel tentativo di attrarre i pentastellati sia destinato a svanire nella memoria e a trovare invece una qualche (molto ardua) attuazione.
La prima applicazione del progetto di nuova alleanza è dalla sinistra democratica individuata negli emendamenti alla legge di Stabilità. Confidando nei numeri non solidissimi per il governo a palazzo Madama, le minoranze puntano a mettere nei guai Renzi su qualche punto delicato, di facile attrattiva per M5s, Sel e svariati altri ancora, centrodestra compreso. L'importante è non dare tregua. Che a palazzi Chigi non prevalga la tranquillità si comprende dalla predisposizione di un testo sul quale porre la fiducia. A brigante (sinistra Pd), brigante e mezzo (Pd renziano).
Categoria Italia