La gestione della cosa pubblica spetta ai politici. A noi il giudizio
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Curiosamente i nuovi politici non hanno fiducia in loro stessi
di Riccardo Ruggeri Italia Oggi 8.11.2015
La chiusura dell'Expo, l'abbattimento di Marino, il Giubileo, la crisi Pd, la lotta Roma-Milano fra chi è meno corrotta, l'uscita della mitica lista dei 101 (numero ricorrente in politica), le prossime elezioni di primavera, hanno creato una grande confusione, slogan si rincorrono e si intrecciano, concetti stravolti, parole che perdono i loro significati autentici per assumerne altri, spesso stravaganti. Mettiamoli in fila a mo' di soldatini di piombo.
Expo era un evento, come tale è stato ben gestito da un ex manager, Sala, uomo di conti, bel curriculum. Si farà un bilancio ricavi/costi, come avviene per ogni evento, si trarranno le conclusioni. Anche il Giubileo è un evento, ma di tutt'altra natura: milioni di turisti travestiti da pellegrini per un intero anno occuperanno, non un luogo chiuso come l'Expo, ma una «città aperta» come Roma. I romani e Gabrielli hanno l'esperienza per gestire questa massa di persone. Certo se le buche non verranno coperte, i trasporti non migliorati, i pellegrini-turisti smoccoleranno nelle loro lingue. Il prefetto Tronca farà ordinaria amministrazione fino all'elezione del nuovo sindaco, nulla più.
Non vedo alcun modello Milano da trasferire a Roma. Non mi pare neppure che si possano fare paralleli sulla corruzione Roma vs Milano, dando alla seconda un certificato di buona condotta, alla prima la patente di mafia capitale: un falso d'autore (Cantone). La corruzione è figlia di disponibilità di denaro privato e pubblico. Nelle mitiche NY o Silicon Valley, dove nulla è pubblico, sono stati perpetrati i più grandi ladrocini del pianeta, nel silenzio della magistratura liberal.
Curiosamente i nuovi politici non hanno fiducia in loro stessi, prima hanno puntato su personaggi della società civile (un disastro), poi su funzionari dello stato come magistrati o prefetti (per cultura e competenze attrezzati nella legalità, non certo alla gestione operativa), poi su manager privati (di norma individui di bassa stazza o bolliti, ve lo vedete un Marchionne che punti al Campidoglio?). Milano poi non ha nulla da proporre, se non il detto ogni ofelè al fa el so mestè. La gestione della cosa pubblica compete ai politici, a noi elettori spetta il giudizio.
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