Il Pd rimette le mani su Atac. "I manager li nominiamo noi"
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Il circolo Pd di Atac lancia la sua 'opa' sulle nuove nomine tentando di porre un freno alla nuova assemblea dei soci che dovrebbe essere convocata nelle prossime settimane con all'ordine del giorno la nomina del nuovo amministratore delegato
Giovedì, 15 ottobre 2015 - 09:09:00 Affaritaliani
La politica rivuole mettere le mani su Atac, l'azienda municipalizzata da sempre terreno di conquista delle opposte fazioni. Un carrozzone da cui nessuno vuole scendere, nè tantomeno il Pd. Con un amministratore delegato, Danilo Broggi, dimissionario da mesi, e un direttore generale, Francesco Micheli, che dopo solo cinque mesi alla guida ha fatto le valigie per insanabili contrasti con l'assessore/senatore 'dem' Stefano Esposito, Atac si trova in una sorta di limbo ad affrontare il Giubileo.
Mentre si consumano febbrili incontri segreti per trovare i nomi dei nuovi manager, il presidente del Pd (e commissario del partito romano) Matteo Orfini sbandiera in tv un dossier perparato dal suo assessore Esposito per demolire l'azienda chiendo l'aiuto della Procura romana. “A occhio e croce – ha affermato Orfini – sono pronto a scommettere che l’Atac sarà uno dei nuovi filoni che si apriranno su Mafia Capitale".
Nel frattempo il circolo Pd interno all'azienda lancia la sua 'opa' sulle nuove nomine tentando di porre un freno alla nuova assemblea dei soci che dovrebbe essere convocata nelle prossime settimane con all'ordine del giorno la nomina del nuovo amministratore delegato. Una nomina su cui il Pd rischia di non avere peso, e lo scrivono nero su bianco: "Assurdo che si proceda alla nomina di un nuovo AD in questo momento, con il Comune in via di commissariamento, il sindaco dimissionario e l’Assemblea capitolina del tutto ininfluente, così come pure le Commissioni competenti".
La soluzione propagandata, fermo restando "una grande preoccupazione per la mancanza del vertice aziendale, riteniamo - si legge in un documento fatto circolare dal Circolo PD di Atac - necessario evitare di nominare nuovi amministratori che avrebbero bisogno di troppo tempo per capire come funziona Atac e il tpl di Roma. Auspichiamo invece, a tutela dei cittadini e dei lavoratori di Atac, l'immediato azzeramento del Cda affinché coloro che saranno chiamati a governare l'azienda possano essere il frutto della più ampia convergenza possibile attorno ad un progetto di governance aziendale in grado di offrire alla città un livello qualitativamente e quantitativamente adeguato di trasporto pubblico".
Resta da chiedersi chi dovrebbe traghettare l'azienda oltre il Giubileo se, come auspicato, l'intero Cda debba essere azzerato. Nel frattempo i romani aspettano la navetta sostitutiva: è un altro giorno di passione sulla rete metropolitana.