In Sicilia 350 mila ruoli ai morti
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I comuni della regione vogliono mantenere in vita per non perdere la possibilità di redigere i propri bilanci di previsione di entrate ma soprattutto di uscite
Di Cristina Bartelli Italia Oggi, 10.10.2015
In Sicilia i morti non contano. Ci sono infatti, il dato è aggiornato a giugno 2015, 350 mila morti che i comuni della regione vogliono mantenere in vita per non perdere la possibilità di redigere i propri bilanci di previsione di entrate ma soprattutto di uscite. Dovendo riconoscere che il titolare della cartella esattoriale è passato a miglior vita quello che è un credito da poter indicare nei residui attivi dando una qualche flessibilità al fabbisogno di spesa, scomparirebbe. A raccontarlo è il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo a ItaliaOggi: «Sono 350 mila i contribuenti siciliani contitolari di ruoli esattoriali invalidi a causa del decesso del contribuente. Decesso che non viene registrato adeguatamente e tempestivamente dal comune. Noi ce ne accorgiamo una volta che abbiamo attivato le procedure di notifica con le relative spese. Ed è difficilissimo fare in modo che il comune attivi lo sgravio del ruolo». Così tra una storia di ordinaria follia burocratica e l’altra, Riscossione Sicilia, la società di riscossione dell’isola, di proprietà quasi totale della regione, fino all’anno scorso a fronte di 5,7 miliardi di ruoli in carico riusciva a riportare nelle casse dello stato 480 milioni. «Ora però», commenta Fiumefreddo, «qualcosa è cambiato. Quest’anno abbiamo incrementato il riscosso del 23% e continuiamo a puntare ai grandi evasori dell’isola». Il presidente della società di riscossione tributi deve fronteggiare una situazione dei conti per niente rosea. Come anticipato da ItaliaOggi del 3/10/2015, infatti, la società viaggia, se non si prenderanno gli opportuni provvedimenti, verso il default. «Il debito a fine anno», precisa Fiumefreddo, «sarà di circa 15 milioni di euro, con gli interventi che stiamo mettendo a punto, e comunque, con il dato certo di bilancio, si apriranno due strade: la ricapitalizzazione o portare i libri in tribunale»
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