Renzi a rischio, tensione alle stelle nel Pd
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L'affondo di Matteo Renzi contro i sindacati sui casi Alitalia e Pompei è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La minoranza dem, già in rivolta su Verdini e riforme costituzionali, alza ulteriormente il livello di scontro con il premier-segretario
26 luglio 2015 - 10:18:00 Affaritaliani Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
L'affondo di Matteo Renzi contro i sindacati sui casi Alitalia e Pompei è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La minoranza del Partito Democratico, già in rivolta su Verdini e riforme costituzionali, alza ulteriormente il livello di scontro con il premier-segretario. La sinistra dem è sul piede di guerra per l'ingresso di Denis Verdini e dei suoi in maggioranza. Il timore è che il presidente del Consiglio voglia sostituire i voti della minoranza Pd con quelli dei fuoriusciti da Forza Italia. Il banco di prova saranno le riforme istituzionali. Ora, alla luce dell'affondo contro gli scioperi da parte di Renzi, la tensione è ulteriormente cresciuta. Il leader del Pd ha lanciato l'attacco ai sindacati proprio quando ha avuto la certezza di avere dalla sua parte i verdiniani. Si tratta forse di una strategia ben precisa che ha come obiettivo la sostituzione di una fetta di maggioranza con l'ex braccio destro di Berlusconi.
Ma la strada è stretta e difficile. A Palazzo Madama il governo ha attualmente un margine di 8-9 voti e i verdiniani sono circa 10-11. Però la minoranza dem che fa capo a Bersani e Cuperlo può contare su 20-25 senatori (tra i quali Chiti, Mineo e Gotor). Se tutti decidessero di votare contro le riforme di Renzi e del ministro Boschi, il soccorso di Verdini potrebbe non essere sufficiente. E a questo punto tornerebbe in gioco il Patto del Nazareno-bis, ovvero un sostegno (probabilmente non ufficiale) di Forza Italia alle riforme in cambio di una contropartita magari sulle nuove regole per la Rai. A quel punto bisognerà vedere se Berlusconi preferisce sedersi al tavolo con Renzi, anche se come accadeva nel 2014, o fare un'opposizione dura e rigorosa con Salvini, mettendo in conto anche la caduta dell'esecutivo e le elezioni anticipate a breve.
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