Alleanza delle sinistre mediterranee no grazie, meglio la Troika
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L’idea è che Alexis Tsipras non sia stato sconfitto appunto dalla forza dei fatti e dalle ragioni della Germania e degli alleati non solo del nord Europa ma dall’assenza di “un fronte meridionale”
di Renzo Rosati | 24 Luglio 2015 ore 06:15 Foglio
Roma. Se la realtà smentisce clamorosamente i tuoi desideri, non c’è problema: basta taroccare i fatti. Da noi chi somiglia di più alla Grecia di un mese fa, quella in piena trance populista-referendaria, è la Sicilia di Rosario Crocetta. Eppure non basta che il governatore intenda resistere nonostante i lampanti disastri economici della sua amministrazione (le intercettazioni monnezza lasciamole stare). C’è addirittura un’area della sinistra – che magari l’ha pure eletto – impegnata nel lanciare l’appello a unire le forze “di lotta” del mediterraneo: sinistrati d’Europa unitevi! L’idea è sostenuta da un personaggio certo distante anni luce dal cialtronismo crocettiano: il fondatore del Manifesto Valentino Parlato, il quale lancia un appello intitolato “la questione meridionale d’Europa”.
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L’idea è che Alexis Tsipras – che proseguendo nella retromarcia ha appena ottenuto il sì del Parlamento al secondo pacchetto di riforme, Yanis Varoufakis stavolta compreso – non sia stato sconfitto appunto dalla forza dei fatti e dalle ragioni della Germania e degli alleati non solo del nord Europa ma anche di Spagna e Portogallo (oltre che dalla “pavidità renziana”) ma appunto dall’assenza di “un fronte meridionale”. Parlato, citando Luciana Castellina, esorta così “ad un chiaro progetto di lotta e reciproca solidarietà almeno tra i paesi mediterranei. Questo fronte oggi non c’è e noi italiani possiamo vergognarci perché il nostro presidente del Consiglio ha messo, pauroso, la testa sotto la sabbia. Tocca anche a noi costruire un piano B, non solo per la Grecia”. E dunque eccolo, il piano B: “Riunirsi, prendere contatto con le personalità di sinistra di Portogallo, Spagna, Grecia e anche Italia, per affrontare l’attuale questione meridionale europea. E’ lo sforzo che hanno fatto i gruppi e i partiti che stanno cercando di dar vita ad un nuovo soggetto di sinistra nel nostro paese. Lo ha già fatto la Fiom con i sindacati metalmeccanici del sud Europa. In questo senso si muovono anche Strauss-Kahn, Fitoussi, e Varoufakis con il sostegno del premio Nobel Stiglitz e anche James Galbraith per una formazione di sinistra a livello europeo”.
Rewind: eravamo rimasti alla brigata Kalimera che risaliva in (dis)ordine sparso le Cicladi e il Peloponneso, agli economisti deluxe che ammettevano di aver toppato su Atene, a un Maurizio Landini che a sua volta toppava su Marchionne. E avevamo ben presenti i vari Perdèmos mediterranei, da Pablo Iglesias a Beppe Grillo, tutti più o meno a leccarsi le ferite del seppuku di Syriza. E vedevamo il nostro fianco sud presidiato da quella una popo’ di classe dirigente dei Crocetta, degli Ingroia, dei Vendola. Però appunto la realtà è un optional. Esempio: come risulta da uno studio consegnato il 22 luglio da Confcommercio al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulla qualità dell’Amministrazione pubblica nelle regioni europee, c’è una linea che taglia l’Europa e l’Italia, a sud della quale non si salva quasi niente e nessuno. Un’Europa del degrado politico e del declino economico che comprende Roma, i Balcani, la Sicilia, la Grecia. Ancora. Lo stesso Galbraith, il consigliere di Varoufakis evocato da Parlato, proprio sul Manifesto ha preso atto del “fallimento di Syriza”, pur attribuendone la colpa alle banche, alla Bce e naturalmente a Wolfgang Schäuble, e della lezione che ne deriva per le estreme sinistre europee, a cominciare da Podèmos: “Sta all’elettorato spagnolo decidere se tentare la strada greca. Al loro posto io non sceglierei quella strada. Non penso che sarebbe una posizione facile da vendere agli elettori alla luce della vicenda greca. Dunque. Altro che coalizione dell’Ochi mediterraneo. Caro Parlato, al tuo manifesto contrapponiamo il nostro: la Troika a Palermo, subito.
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