IL Foglio Manuale di conversazione SERA LIBERA USCITA (nella coppia)

Come fare bella figura in salotto senza sapere quel che si dice

Che si stia o si sia stati in coppia è un tema rilevante. Ecco perché è utile avere delle idee preconcette da smerciare a buon mercato.

di Andrea Ballarini | 24 Maggio 2015 Foglio

- Indispensabile, almeno una volta la settimana, perché l’amore non è simbiosi. Parlare del paguro e dell’attinia per illustrare il concetto: evitare, didascalico.

- Una coppia in salute non dovrebbe avere bisogno di stare a misurare le rispettive uscite con il bilancino. Pensarlo attesta maturità del rapporto, proclamarlo orgogliosamente no.

- La serata libera fissa è un goffo tentativo di regolare per legge la mutevolezza degli umani scenari. Se l’orientamento ideologico dell’uditorio lo consente, fare dei paragoni con le quote rosa.

- Avere solo amici single e senza prole che non riescono in alcun modo a capire che bisogno ci sia di programmare le uscite serali. Dolersene.

- Dire di non riuscire a ricordare l’ultimo martedì sera in cui siete usciti/e, poiché quella sera il bambino tocca sempre a voi. Specificare che non rimpiangete nulla, perché il pargolo è la cosa migliore che avete fatto: astenersi.

- Esempio di lose-lose situation: rovellarsi inutilmente per risolvere il dilemma se rifiutare un invito a cena da uno fighissimo o chiedere al vostro ex di cambiare il giorno in cui la bambina tocca a lui, consapevoli che vi farà delle menate assurde.

- Meravigliarsi che da quando convivete, la vostra sera di libera uscita coincida sempre con un umore casalingo, mentre – altrettanto inspiegabilmente – in qualunque altra sera siete assaliti/e da furiosi desideri di rave parties.

- Mai saltare l’uscita nella vostra sera libera, per non ingenerare cattive abitudini nel/la partner. Valutare se rievocare il labororioso processo educativo messo in atto a suo tempo nei confronti dei genitori.

- Avere un’amica sposata da anni di cui non avete mai incontrato il marito, perché nella loro coppia vige una rigorosa separazione delle amicizie. Invidiarla.

- Una volta essere usciti per vedere gli amici nella propria sera libera, poi dopo una mezz’ora, avere approfittato della concomitante sera libera di vostra moglie per rientrare di soppiatto e inebetirsi davanti alla tv mangiando cibo cinese preso al take-away. Essere stati traditi dall’indomabile persistenza dell’odore di soia fritta. Rammaricarsene.

- Essere stati cazziati ripetutamente dalla baby-sitter perché si è rientrati tardi. Di conseguenza avere introdotto le uscite separate, in attesa di potersi permettere la tata resident.

- Ammettere che se dalla serata con gli amici/le amiche si rientra dopo le tre del mattino si prova un sottile senso di colpa. Convenire. Disapprovarsi.

- Trovare gli amici di lui insopportabili, quindi che se li veda pure da solo! Affermazione che posiziona come donna risolta e sicura dei propri affetti. (Vedi seguente)

- Trovare le amiche di lei insopportabili, quindi che se le veda pure da sola! Affermazione meno premiante del corrispettivo femminile. Non capire perché.

- Aborrire i sinceri democratici che ti spiegano con dovizia di argomenti che non c’è nessun problema se lui/lei vuole uscire da solo/a con i suoi amici/amiche. Apprezzare gli argomenti, ma detestare il senso di superiorità con cui li espongono, particolarmente se utilizzano concetti del tipo: “Non siamo mica più all’età della pietra”.

- È una legge non scritta che le serate libere non solo cumulabili: se una settimana si salta, quella successiva non si recupera. Dolersene.

- Le giovani madri single vanno invitate a cena con un certo anticipo, perché hanno tempi di programmazione piuttosto lunghi e qualora la serata dovesse essere rimandata, evitare di esclamare: “Fra dieci giorni?! E chi sei? Obama?” Convenire.

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