Coalizione anti ISIS: Gentiloni chiede una “verifica”
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L’Italia chiede una verifica della strategia contro l’Isis, dopo l’avanzata jihadista in Iraq e Siria, e un attacco all’Arabia Saudita
di Gianandrea Gaiani 24 maggio 2015, AD
L’Italia chiede una verifica della strategia contro l’Isis, dopo l’avanzata jihadista in Iraq e Siria, e un attacco all’Arabia Saudita. Il governo italiano “è preoccupato, non solo da quello che succede in Siria ma anche per la forse ancora più minacciosa situazione in Iraq”.
Ecco perché, ha spiegato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “sarà fondamentale una verifica sulla strategia che stiamo portando avanti”.
Una prima occasione di confronto sarà offerta dalla riunione a Parigi del 2 giugno, co-presieduta dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, e dal segretario di Stato Usa, John Kerry, con la partecipazione dei capi delle diplomazie di una ventina di Paesi della coalizione anti-Daesh, più’ rappresentanti di Onu e Ue.
Gentiloni ha ragione, il fallimento della Coalizione che finge da quasi un anno di combattere il Califfato merita una revisione strategica ma invece di chiedere ad altri verifiche strategiche perché non comincia Roma a modificare il suo approccio all’ISIS ?
Magari consentendo ai 4 bombardieri Tornado dell’Aeronautica basati in Kuwait di colpire i jihadisti in Iraq dove i nostri jet effettuano solo missioni di ricognizione.
Oppure cominciando a inviare aerei e navi italiani a bombardare i campi dello Stato Islamico sulle coste della Libia, a due passi da casa nostra.
Se poi Gentiloni è preoccupato per le sorti di Palmira e del suo patrimonio archeologico, schieri decisamente l’Italia al fianco di Damasco fornendo aiuti alle truppe siriane che, a differenza della Coalizione e delle forze armate italiane, la guerra al Califfato la combattono davvero.
Del resto non era stato proprio Gentiloni ad affermare che “l’Italia è pronta a combattere lo Stato Islamico”?
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