Partito Repubblicano, Silvio Berlusconi contro Salvini: "La destra non governa".
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Il leghista: "Erede con primarie, no a dinastie". Partito Repubblicano, Silvio Berlusconi contro Salvini: "La destra non governa". Il leghista: "Erede con primarie, no a dinastie"
Libero, 23.5.2015
Salvini avverte Berlusconi: il Partito Repubblicano è una partita che andrà giocata non solo nel campo di Forza Italia, ma anche in quello della Lega Nord. E non potrà avere un vincitore calato dall'alto. Nel centrodestra si torna a parlare di primarie di coalizione, nonostante Silvio Berlusconi un paio di giorni fa abbia chiarito che il leader non può emergere così. Non ne è convinto Matteo Salvini, che infatti attacca: "Basta dinastie, non sei Regina Elisabetta, scelgano i cittadini". Il problema è che finora il futuro Partito Repubblicano resta una diretta emanazione di Forza Italia, allargata verso il centro sì ma non verso destra. Non a caso è stato lo stesso Cavaliere, dalla Campania, a lanciare una velenosa offensiva contro il Carroccio e il suo segretario: "In tutti i Paesi europei non è con una destra provocatoria che si riesce a catturare il consenso per governare". Messaggio forte e chiaro, colto non a caso da un esponente di spicco di Ncd come Gaetano Quagliariello, secondo il quale nel centrodestra di futuro "non c'è spazio per Salvini".
La fase di transizione: i coordinatori - In attesa di capire come si delineeranno i rapporti di forza (in mezzo ci saranno le elezioni regionali, banco di prova non da poco), Berlusconi sta già pensando alla transizione da Forza Italia al nuovo soggetto politico. "Dividerò il partito in tre grandi aree, Nord, Centro e Sud - annuncia da Napoli l'ex premier -, ognuno con un suo coordinatore, io sovrintenderò il tutto". E' Repubblica a lanciare il toto-nomi: al Nord se la giocano il candidato governatore della Liguria Giovanni Toti e la più giovane Lara Comi, al centro potrebbe essere partita a due tra la fedelissima Maria Rosaria Rossi o Antonio Tajani, nome storico di Forza Italia, mentre al Sud tutto porta a Mara Carfagna, che molti danno tra i nomi più spendibili anche in chiave di leadership generale. Salvini permettendo.
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