Lettere al Direttore Il Foglio 20.5.2015
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La Consulta, ancora. Renzi, il vento, un motore inceppato
1-Al direttore - Mi chiedo che senso abbia che il Parlamento continui a fare leggi se poi la Consulta le smonta un pezzo alla volta.
La notizia della sentenza che ha riconosciuto illegittimo il divieto, previsto dalla famigerata legge 40 del 2004, del test pre-impianto per le coppie fertili, al di là del merito pone una questione che è tutto fuorché di lana caprina: ogni legge, per quanto contestata e per quanto il Parlamento nei suoi membri possa lasciare a desiderare, è comunque espressione di un potere che si fonda sul principio di rappresentanza. Nella fattispecie, poi, oltre alla legge c’è stato un referendum, quindi una consultazione popolare diretta, il cui esito è noto a tutti. Ma anche così non è bastato. E ricorso dopo ricorso, ora di quella legge non restano che poche briciole. Tutto normale? Non direi, penso anzi si tratti dell’ennesimo sintomo della deriva morale in atto. Perché qui il punto è la valenza culturale della sentenza, specchio di una società che pretende di trasformare ogni suo desiderio in diritto, e di non tollerare di conseguenza alcun divieto. “All’ascesa a Dio si sostituisce l’idea della conquista del mondo, ovvero l’affermazione del diritto che il singolo soggetto ha sul mondo. Diritto che non ha limiti, perché, chiamato al mondo senza il suo volere, egli sente di aver diritto, quasi a compenso di questa chiamata, a una soddisfazione infinita nel mondo stesso”. Così Augusto Del Noce. Era il 1967.
Luca Del Pozzo
Perfetto.
2.Al direttore - La sua analisi, contenuta nell’editoriale del 18 maggio, sulla crescita dell’economia, è irrefutabile così come l’evidenziazione del rischio grave che si corre, dal governo Renzi, se si continua a spacciare gli aiuti europei come frutto del proprio lavoro. Quanto alla terapia, diverse delle misure da lei indicate appaiono opportune. Ma, dopo la sua rigorosa diagnosi, il necessario “sequitur” sarebbe una vera svolta, non solo quella comunicazionale: un programma organico di politica economica fatto di misure – con riferimento anche ad alcune da Lei menzionate – che siano coerenti e suscettibili di raccordare gli interventi di breve periodo, quale l’incisione sulla domanda di cui si avrebbe sommamente bisogno, con quelli a medio e lungo termine, concernenti le riforme strutturali e le strategie di maggiore respiro. Esistono, ovviamente, il Def, sia pure in via di emendamento, e il Piano nazionale di riforme. Tuttavia, il programma che sarebbe necessario è qualcosa di più (si veda anche il Fmi sul debito e la crescita); sarebbe realizzabile anche in sequenza, ma dovrebbe avere una forte coesione e credibilità; una parte andrebbe riservata all’utilizzo e agli effetti degli aiuti di cui Ella scrive. Qui starebbe l’effettivo “cambio di verso”.
Angelo De Mattia
Segnali che il vento sta cambiando ci sono e non si possono ignorare. I segni più iniziano a vedersi. Il Fondo monetario ha alzato, seppur di un punto decimale, la sua stima per il 2015. Nei primi tre mesi dell’anno, di quest’anno, è aumentato (dato importante) il consumo di gas naturale (più 10,5 per cento) ed è aumentato (altro dato significativo) anche il numero dei passeggeri negli aeroporti italiani (il 5,8 per cento in più rispetto al primo trimestre del 2014). Qualcosa si muove, e si muove davvero, ma farsi spingere da questo vento dimenticandosi di accendere i motori potrebbe essere per Renzi un errore letale. Ma c’è ancora il tempo per rimediare.
3-Al direttore - Michele Santoro annuncia la chiusura di “Servizio Pubblico’’. Finisce un’epoca, si interrompe una storia e magari potrebbe scapparci, come per gli addii, qualche lacrima. L’appuntamento per il the end è per il 18 giugno, festa di sant’Erasmo anacoreta e confessore, che è un po’ anche il ritratto del conduttore. La location è una piazza della città del royal baby. Si prevede una buona affluenza. Anche perché “non chiederemo il biglietto per entrare, ma che ognuno porti qualcosa di rosso’’, ha spiegato. D’Alema, per dire, potrebbe portare il suo vino.
Gino Roca
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