L'Italia subisce gli sbarchi e gli sberleffi dell'Europa
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Niente da fare: gli arrivi dei gommoni attestano la storica inconsistenza dell'Italia in campo internazionale.
di Marco Bertoncini italia Oggi 16.5.2015
Niente da fare: gli arrivi dei gommoni attestano la storica inconsistenza dell'Italia in campo internazionale. Da anni facciamo fronte a cicliche ondate di gente che fugge dalla guerra o dalla miseria o dalle difficoltà economiche e sociali. Concretamente, abbiamo saputo soltanto spendere per accoglienza, sicurezza, trasporti, campi, emergenze ecc. Poi, ci siamo sgolati a ripetere auspici, fiduce, inviti, sempre rivolti verso «l'Europa». L'Europa è normalmente messa a soggetto di frasi al congiuntivo esortativo: faccia, aiuti, intervenga, provveda Uomini di governo, politologi, sociologi, politici di qualsiasi partito, il coro è senza stecche: compete all'Europa.
Anche quando si delimita l'azione auspicata (nelle ultime settimane un po' tutti guardano ansiosi verso la Libia, nella generale consapevolezza che occorra un governo unico col quale trattare, per non dire al quale imporsi), ci si rivolge all'Europa o alla Nato o all'Onu. Tanto, da soli con la Libia non saremmo in grado di agire. Così come da soli non riusciamo a sostenere l'impeto delle migrazioni. Che cosa finora abbiamo ottenuto? Un pugno di mosche. Subiamo la politica altrui, così come la subimmo quando la Libia venne infaustamente bombardata. La sintesi è stata ben espressa dallo storico delle dottrine politiche Alessandro Campi: i soccorsi «sono rimasti un'incombenza italiana dal punto di vista logistico e, in gran parte, anche economico. Un danno al quale si aggiunge la beffa di vedersi spesso indicati dai professionisti europei dell'umanitarismo, quando va bene, come incompetenti lamentosi e, quando va male, come aguzzini che non rispettano i diritti umani».
Nota: a ricavarne utili, propagandisticamente, è la Lega.