Renzi ha scelto: tutto il potere a Lotti e Boschi a Palazzo Chigi
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Come cambia la geografia del renzismo. Appunti per capire il dopo Delrio a Palazzo Chigi
di Claudio Cerasa | 09 Aprile 2015 ore 16:28 Foglio
Lo spin di Palazzo Chigi suggeriva ai cronisti meno attenti che con l’arrivo di Graziano Delrio al ministero delle Infrastrutture la geografia del renzismo sarebbe finalmente cambiata e che il presidente del Consiglio, dovendo trovare un sostituto dello stesso Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sarebbe stato pronto ad “allargare il giglio magico” e a far entrare qualcuno di esterno. La scelta, ufficializzata oggi, di offrire l’incarico che fu di Delrio a Claudio De Vincenti, viceministro uscente dello Sviluppo, in passato vicino a Enrico Letta, verrà raccontata così: Renzi ha scelto di fidarsi di qualcuno estraneo alla sua famiglia e la nomina di De Vincenti ha questo significato politico.
Luca Lotti e Maria Elena Boschi (foto LaPresse)
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L’apparenza a volte inganna e per quanto lo spin renziano sia sempre molto affascinante la verità è più sottile e se vogliamo più spietata. Con l’uscita di Delrio tutto il potere è già passato da tempo sotto il controllo di Luca Lotti, sottosegretario con delega all’editoria, delega al Cipe e delega a tutto il resto, e la vera mossa che non verrà troppo sbandierata da Renzi è un’altra ed è quella più significativa e riguarda la scelta del nuovo segretario generale della presidenza del Consiglio. Per questo ruolo, Delrio scelse un suo fedelissimo, Mauro Bonaretti, che ora lo ha seguito alle Infrastrutture, e il giglio magico renziano non ha mai avuto un buon rapporto con il braccio destro di Delrio (come con lo stesso Delrio). Uscito Bonaretti, il capo del governo ha scelto (notizia di oggi) di promuovere Paolo Aquilanti, classe 1960, oggi capo del dipartimento dei rapporti con il Parlamento e braccio destro vero di Maria Elena Boschi, e così facendo ha inglobato nel suo cerchio quel pezzo di potere che ancora mancava al controllo totale del capo del governo. De Vincenti verrà raccontato come l’inizio di una grande rivoluzione renziana ma la verità è che il ruolo che andrà ad occupare l’ex viceministro sarà simile a quello di un notaio senza grandi poteri. Niente di strano e niente di scandaloso. Ma quando i giornali domani vi diranno che Renzi “apre il giglio magico” prendete la notizia con le pinze. E’ il renzismo, bellezza.