Business, sindacati e giornali. La carica degli italiani alla guida delle lobby
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Europee. Maggiore anzianità di servizio contano
di Pietro Romano | 01 Aprile 2015 ore 13:46 Foglio
In autunno, Luca Visentini, veneto, 46 anni, dirigente della Uil in corsa fino all’ultimo per la segreteria poi conquistata da Carmelo Barbagallo, diventerà il numero uno della Ces, la Confederazione dei sindacati europei. A Bruxelles si ritroverà di fronte Emma Marcegaglia, che in pochi anni ha cambiato volto a Business Europe, l’organizzazione che riunisce le Confindustrie di 35 paesi europei.
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Incalza mi ispira fiducia. Pistaroli e lobby pettegole meno La lista delle lobby europee guidate da italiani non si ferma qui. Tutt’altro. Martedì 31 marzo, Mauro Moretti, amministratore delegato e presidente di Finmeccanica, è stato eletto alla guida dell’Asd, l’Associazione europea delle industrie della difesa e dell’aerospazio, un gigante che rappresenta oltre 3mila società con circa 780mila dipendenti di venti Paesi. Pochi giorni prima Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, era stato chiamato a guidare Coopernic, l’alleanza di cooperative europee.
Maggiore anzianità di servizio contano Luigi Gambardella (vicepresidente di Telecom Italia, per il quarto mandato consecutivo alla testa di Etno, gli operatori europei di Tlc) e Sergio Balbinot (già Generali, ora nel supervisory board di Allianz) alla guida di Insurance Europe, l’associazione delle compagnie assicuratrici europee. E, poi, a dimostrazione che “italians do it better”, perlomeno a Bruxelles, in ordine sparso si aggiungono Massimo Ricci, Pierfrancesco Vago, Matteo Bartolini, Giovanni Risso, Gabriele Capolino.
Ricci, presidente e ad del Gestore mercati energetici, è presidente di Europex, le Borse dell’energia. Vago, numero uno di Msc, è presidente di Clia Europe, la sezione Ue delle compagnie crocieristiche mondiali. Bartolini, giovane dirigente della Cia (Confederazione italiana agricoltori), è leader degli agricoltori “under 35” associati nella Ceja. Risso è presidente della Cedt, la potente organizzazione di rappresentanza dei 750mila tabaccai dell’Unione. E Capolino, firma storica e consigliere esecutivo di Class Editori, è a capo di European business press, che associa oltre 50 testate economiche di 27 Paesi.