Lettere Indipendenza e terzietà dei magistrati. Prendere appunti, please. Se la Cgil o il Pd licenzia un lavoratore, oggi questi può sperare in un reintegro

E’ già stato osservato che, se fosse approvato, si tornerebbe alla legge Fornero del 2012 e non all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970

29 mag 2025 lettere Direttore ilfoglio.it lettura2’

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Sullo stesso argomento:

Strage di Viareggio: confermata la condanna a cinque anni per Mauro Moretti

Contro la responsabilità (poco) oggettiva

Al direttore - Il primo quesito referendario sul Jobs Act chiede la cancellazione delle norme che permettono di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo (se è stato assunto dopo marzo 2015). E’ già stato osservato che, se fosse approvato, si tornerebbe alla legge Fornero del 2012 e non all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970. Solo per i licenziamenti nulli o discriminatori, quindi, sarebbe di nuovo possibile il reintegro nel posto di lavoro. Per giunta, l’indennizzo massimo in caso di licenziamento scenderebbe dalle attuali 36 a 24 mensilità retributive. Curiosamente, invece, si parla meno di un altro e più clamoroso paradosso. Il Jobs Act, infatti, contempla la possibilità di reintegro, prima non previsto, per i dipendenti delle cosiddette “organizzazioni di tendenza”, cioè sindacati, partiti e associazioni religiose. Se la Cgil o il Pd licenzia un lavoratore, oggi questi può sperare in un reintegro. Con la vittoria del Sì potrebbe solo sognarselo. Divertente, nevvero?

Michele Magno

Al direttore - La condanna di Mauro Moretti è un atto di barbarie giudiziaria.

Giuliano Cazzola

A proposito di lotta contro la barbarie. Da appuntarsi le parole del vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, ieri al Quirinale. Primo: “Il magistrato non è un’autorità morale del paese e non deve mai confondere etica e diritto, accerta responsabilità individuali o dirime controversie tra parti private tutelandone i diritti fondamentali; non è invece portatore di generali valutazioni sui fenomeni sociali onde correggerli o indirizzarli”. Secondo: “La competenza consente al magistrato di resistere ai condizionamenti e alla tentazione di individuare il colpevole prima del giudizio, alla suggestione della giustizia senza processo. Battetevi con postura ferma con i provocatori di processi paralleli fuori dalle aule dei tribunali”. “Altra parola chiave è l’imparzialità che è indispensabile per l’uguaglianza di tutti davanti alla legge. E’ costitutiva dello stesso essere magistrati, è la radice fondante dell’essere magistrato. Bisogna adottare metodologicamente uno status psicologico che sia fondato sul dubbio”. Terzo: “Il magistrato non può lasciarsi attrarre da chi lo vorrebbe di volta in volta garante degli ‘interessi forti’ o degli ‘interessi deboli’; da chi vorrebbe che la magistratura diventasse un soggetto attivo nella congiuntura economica, così da trasformare l’aula giudiziaria in un ‘luogo di necessario’ […] e dovuto riequilibrio fra parte sociale forte e parte sociale debole”. Indipendenza e terzietà. E imparzialità. Prendere appunti, please.

Commenti   

#1 walter 2025-05-29 13:50
La ricerca del “capro espiatorio”
Strage Viareggio, la difesa: “Moretti condannato per aver rispettato le regole europee ancora oggi vigenti ma in Italia pagano solo gli Ad”
Strage Viareggio, la difesa: “Moretti condannato per aver rispettato le regole europee ancora oggi vigenti ma in Italia pagano solo gli Ad”

La ricerca del “capro espiatorio”. Quella che scattò all’indomani (29 giugno del 2009) del terribile incidente ferroviario che causò la morte di 32 persone e lesioni gravi per un altro centinaio. Dopo sedici anni, duecentocinquanta udienze e sei processi, quello d’appello ter non modifica le sentenze dell’appello bis: cinque anni per l’ingegnere Mauro Moretti (all’epoca dei fatti ad di Ferrovie dello Stato), 4 anni 2 mesi e 20 giorni per l’ex ad di Rfi, Michele Mario Elia, e pene fino a 6 anni per gli altri imputati. Insomma il “capro espiatorio” che una parte dell’opinione pubblica e dell’informazione ha voluto fin dalle prime battute. Di lui, di Moretti, si diceva “è un musone, un freddo, non ha sentimenti, non sorride quasi mai”. Di conseguenza “è colpevole per forza”. O ancora meglio, ha il physique du rôle ideale. Il Riformista ha intervistato l’avvocato Ambra Giovene, legale dell’ex amministratore delegato……estratto di Aldo Rosati 29 Maggio 2025 alle 14:39 ilriformista.it

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